Un Viaggio di Luce e Ombre: Riflessioni sul romanzo “Il lago di luce” di Domenico Corna

La paura, un’ombra che si insinua in ogni esistenza, può avvolgerci in un attimo, richiedendo forza interiore per essere superata. Dominarla non è semplice; la lotta tra determinazione e ansia può fiaccare il respiro, ma non spegnere la volontà di trionfare. Ogni paura, però, è un’entità unica, un percorso individuale capace di distruggere o fortificare lo spirito. Vincere la paura significa affrontarla, senza manuali né istruzioni precostituite. Solo l’energia interiore, alimentata dalla convinzione di riuscire, si rivela efficace. La conoscenza di sé è il primo passo; è necessario un dialogo interiore, un ascolto profondo per smascherare il grido della paura, che si espande come un vortice, soffoca il respiro. La paura sfrutta la resa senza resistenza, insidiandoci nel sonno e nei momenti di quiete. Ma se si affronta con coraggio, quelle ombre nere si trasformeranno in luce, inizialmente fioca, poi splendente e radiosa. “Il lago di luce” di Domenico Corna narra il viaggio interiore di una giovane donna, Elena, alla ricerca di se stessa. Questo percorso solitario la costringe ad affrontare le proprie paure, confrontandosi con il riflesso delle esperienze altrui. Un lago diventa il punto di partenza, uno specchio che riflette gli occhi di una bambina, evocando un legame istintivo. Il mistero, poi, svela scenari inattesi e sorprendenti. Il romanzo è avvincente, un’immersione nel misticismo e nella psicologia individuale. La prosa delicata, introspettiva e riflessiva guida il lettore in una storia edificante, un tesoro da custodire.