Il Rifugio degli artisti in provincia di Ferrara, per vivere un’esperienza unica tra “Inferno”, “Paradiso” e “Purgatorio”
Avete mai pensato di cenare all’Inferno? Di poter mangiare seduti su di un trono con sopra la testa 11.500 pentole di rame rigorosamente senza coperchi? Perché si sa…”il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”!
E perché no, prendersi una Pizza in Pugatorio e un’ottimo cocktail in Paradiso?
Non sto delirando ma tutto questo è realtà! A Dosso in provincia di Ferrara sorge “Il Borgo degli Artisti”, un locale, anzi tre locali unici nel loro genere che vi faranno vivere un’esperienza unica. Si parla di esperienza perché non è solo cibo ma è anche tutto il contesto che ha qualcosa di magico, di mistico, di profondamente spirituale.
Il rifugio degli artisti nasce grazie al “Pittore”, così era chiamato Armando Checchi, un personaggio sicuramente visionario che con grande amore ha voluto plasmare questi 3 locali così come piacevano a lui, con oggetti unici che avessero un significato.
Entrando nella tenuta già si respira un’aria magica, si percorre il viale e si può scegliere se mangiare una pizza nel locale chiamato “Purgatorio”, locale pieno di trombe appese al soffitto, fotografie alle pareti, vecchie valigie davanti al bancone e persino un carretto colmo di valigie in mezzo al locale.
Se invece volete sorseggiare un’ottimo cocktail e non solo allora dovete andare nel pub, il “Paradiso” che già dall’esterno promette molto bene!
Noi abbiamo deciso di passare per il ristorante “Inferno”, siamo entrati da una porticina molto piccola che ti “obbliga” ad abbassarti e quello che ci si prospetta oltre quella porta è qualcosa di spettacolare!
Spettacolare è la parola giusta…si viene accolti dal personale che vi accompagna al tavolo e da quel momento parte l’esperienza.
Sopra la testa ci sono oltre 11 mila pentole di rame, veri troni su cui sedersi, la tavola è apparecchiata con oggetti unici rigorosamente con una candela accesa…anche più di una!
L’inferno a terra è pieno di tappeti persiani veri, acquasantiere, orologi a pendolo, argenteria, un bellissimo camino con una sedia a dondolo davanti e molti altri oggetti da collezione e non solo, insomma si cena in un museo, cena che viene suggellata da cibo ottimo, personale gentile e una musica di sottofondo che ti fa vivere quelle ore come se fossero ore parallele alla vita reale.
Una delle tante chicche? Il menù lo troverete sul tavolo sottoforma di una lunga pergamena da srotolare e su cui scegliere la propria esperienza culinaria.
Al termine della vostra esperienza, uscendo dall’inferno non dimenticatevi di passare per la chiesetta di legno che lo stesso Armando ha costruito, un vero e proprio luogo di culto e ricordate che “la missione della vita è donare e non accumulare”, questo diceva Checchi.
Il rifugio degli artisti nasce nel 1983 ed oggi dopo la scomparsa prematura di Armando Checchi è in mano alla figlia Chiara che lo gestisce con cura e amore.
È proprio “amore”, ciò che si respira in questo rifugio.
Per tutte le info www.rifugiodegliartisti.it