La trappola del lamento: un ostacolo alla crescita personale

La trappola del lamento: un ostacolo alla crescita personale

Tutti conosciamo chi si lamenta costantemente, o forse ci riconosciamo in questa abitudine. I media, la politica stessa, abbondano di negatività espressa verbalmente. È fondamentale distinguere questo atteggiamento dallo sfogo, come sottolinea Simone Ordine: lo sfogo è un’effimera valvola di sfogo emotiva, un modo per esprimere disagio con potenziale effetto catartico e persino terapeutico, rivelando aspetti precedentemente invisibili. Oltre a liberare tensioni e illuminare nuove prospettive, lo sfogo ci ricorda il nostro valore e la possibilità di migliorarci attraverso impegno e risorse personali. La lamentela, al contrario, è uno stile di vita, un’abitudine cronica che pervade ogni aspetto dell’esistenza. Analizziamo la psicologia di chi si lamenta. Chi persiste nella negatività presenta queste caratteristiche: evita di affrontare direttamente i problemi, delega la ricerca di soluzioni agli altri, e si crogiola nel ruolo di vittima. Questa strategia, anziché risolvere i problemi, si trasforma in un modo di relazionarsi con sé stessi e con gli altri. Chiediamoci: questa strategia è davvero efficace? Aiuta a trovare alternative per raggiungere i nostri obiettivi? La lamentela, delegando magicamente ad altri la responsabilità di trovare soluzioni, mentre ci si atteggia a vittima, è inefficace. Siamo i responsabili della nostra vita. Se non possiamo controllare tutto, la gestione dei pensieri, degli atteggiamenti e delle reazioni è esclusivamente nostra. Possiamo diventare chi desideriamo! Studi dimostrano che la lamentela cronica modifica non solo l’umore e i pensieri, ma anche la struttura cerebrale: si riducono le sinapsi e i neuroni nell’ippocampo, area cerebrale deputata alla risoluzione dei problemi. Il lamentatore cronico, dunque, perde progressivamente la capacità di affrontare le difficoltà. Immaginiamo il nostro modo di comunicare come un percorso: lo sfogo è come affrontare curve e ostacoli mantenendo la rotta verso la meta. La lamentela, invece, è come imboccare un vicolo cieco, dal quale è difficile uscire. A chi riconosce nella lamentela la propria strategia principale, si consiglia un percorso di psicoterapia per abbandonare questo vicolo cieco e ritrovare la strada verso il raggiungimento dei propri obiettivi.