Il Viaggio di Ruben: Un’analisi de “La Scelta” di Cinzia Petri

Il Viaggio di Ruben: Un’analisi de “La Scelta” di Cinzia Petri

Rifiutare la vita è un grave errore, dalle conseguenze potenzialmente devastanti. L’esperienza, anche quella negativa, è fondamentale per la crescita personale e la formazione del carattere. La vera sconfitta non è cadere, ma rimanere imprigionati in una stagnante zona di comfort. Il nostro destino è nelle nostre mani: liberarsi dall’incertezza non significa necessariamente perdere qualcosa; spesso, anzi, si guadagna molto di più abbandonando ciò che, erroneamente, credevamo imprescindibile. La tentazione di evitare le scelte può sembrare allettante, ma porta solo all’appiattimento emotivo e alla perdita del gusto per la vita. La fortuna è ingannevole, mentre le difficoltà insegnano. Scegliere richiede coraggio, e quindi ansia, ma permette di rimanere fedeli a se stessi. La scelta apre le porte alla curiosità e alla libertà. Le avversità, pur logoranti, possono trasformarsi in un’opportunità di crescita, a patto di affrontarle con determinazione, idee chiare e decisioni coraggiose. “La Scelta”, di Cinzia Petri, narra la trasformazione di Ruben, un giovane soffocato da una madre egocentrica e un padre assente. Consapevole del proprio passato e della sua vita ai margini, Ruben non ha mai desiderato il protagonismo. In questa periferia esistenziale, tra le pagine dei suoi libri, trova rifugio e sicurezza. La sua profonda introspezione lo porta a una scelta decisiva. Il romanzo è introspettivo, con una prosa elegante in alcuni passaggi e più essenziale in altri. Il lettore si immedesima profondamente nelle emozioni del protagonista, avviando un processo riflessivo che lo porta a interrogarsi sulle proprie scelte e a individuare le aree di miglioramento nella propria vita.