Il fascino intramontabile di Grignani: un’apparizione memorabile da Cattelan

L’artista, puntuale come sempre nel suo arrivo a programma iniziato, ha suscitato una piacevole tensione nello studio. Il suo sorriso, un misto di eccitazione e timidezza, ricordava un bambino che recita una poesia natalizia sotto i riflettori. Il colloquio si è incentrato su “Quando ti manca il fiato”, brano nato dieci anni prima da una frase pronunciata al telefono dal padre: “Ci vieni al mio funerale?”. Una domanda che rievoca un passato complesso, un passato che Grignani ha superato, perdonando se stesso e ritrovando una maturità serena e riflessiva. La sua compostezza, unita a una certa profondità di pensiero, evocava la figura di Califano, non solo per le similitudini biografiche di una vita intensa, ma anche per quella stessa dolce ironia, frutto di una consapevolezza maturata nel tempo. L’artista si esprime con una prosa elegante, tipica dei grandi cantautori contemporanei, definendo la sua canzone sanremese come la sua migliore creazione. Oggi, il suo unico impegno è la musica, una passione che coltiva con dedizione, un’attività quasi rituale, da condividere con la famiglia nei momenti di svago. Durante l’intervista, Cattelan ha proposto un gioco a Grignani, chiedendogli di distinguere citazioni sue da quelle di Eraclito, un momento memorabile (link). “Potrei averla detta io, ma credo sia Eraclito”, ha risposto Grignani, sottolineando il legame profondo tra filosofia e musica. La musica di Grignani va oltre la semplice melodia, trasmette messaggi complessi, che necessitano di un ascolto attento per essere compresi appieno. Cattelan, con abilità, ha saputo connettersi con il suo ospite, trovando punti in comune tra la prospettiva di un giovane telespettatore e quella di un Grignani ventiquattrenne, che nel 1995 reagì con veemenza a un episodio al Festivalbar, rifiutando il premio (assegnato poi a Max Pezzali) per non aver potuto eseguire “Falco a metà”. L’artista si è mostrato umile, capace di riconoscere le proprie imperfezioni, pur dimostrando una maturità sorprendente. Ha raccontato l’episodio di Sanremo, spiegando la sua reazione a riguardo di Blanco: “A 50 anni so come si fa, a 20 non mi sarei comportato così”. L’incontro ha visto la partecipazione di giovani fan, che hanno rivolto domande a Gianluca più che a Grignani. Una domanda in particolare ha colpito: “Prima dei social, come sapevi che le tue canzoni piacevano?”. Tra curiosità, consigli e domande inusuali (“quanto guadagni in euro?”), un giovane spettatore ha chiesto: “Ma alla fine hai rasato l’aiuola?”. La scena si è conclusa con Grignani che, invece di cantare uno dei suoi successi, ha improvvisato un toccante assolo di chitarra senza plettro, lasciando il pubblico senza fiato. Grignani incarna l’artista tradizionale, che vive la musica intensamente, lasciandola trasparire, riempiendo i vuoti esistenziali. Tutti conoscono il suo passato travagliato, ma pochi ricordano le difficoltà degli esordi, in un’epoca in cui la televisione, come i social oggi, era oggetto di critiche. Un mondo di etichette, vizi e miti effimeri. Grignani, con i suoi capelli lunghi, ha inseguito il suo sogno con sacrificio e sudore, pagando un prezzo elevato. Oggi è tornato, migliore che mai, pronto a ricevere l’affetto dei suoi fan.