Il Silenzio del Cuore: Un’analisi di “Oltre le crepe del cuore” di Rosa Provenzano

Il silenzio, spesso scelto per evitare imbarazzi o proteggere se stessi e gli altri, può nascondere una profonda vigliaccheria. L’onestà, invece, richiede coraggio, soprattutto nelle questioni sentimentali, dove le emozioni sono profondamente coinvolte. Se i problemi affollano la nostra vita, soprattutto quelli legati al cuore, sogniamo una realtà diversa, più serena. Inevitabilmente sorgono disaccordi, divergenze di opinione. Ma reprimere i propri sentimenti genera infelicità, una macchia che persiste a lungo. Nascondere la nostra vera identità, anche a noi stessi, impedisce ogni crescita personale. La comprensione di sé richiede impegno e fatica, una profonda introspezione che può rivelarsi dolorosa. Focalizzarsi sui propri dubbi, accettando una situazione infelice, può essere un vero tormento, soprattutto se ci autocensuriamo costantemente, vivendo una vita di apparenza. Soffocare la propria autenticità, per timore del giudizio sociale o familiare, è una scelta che si adotta per una presunta tranquillità. Tuttavia, la coscienza ci tormenta di notte, rivelando la nostra mancanza di onestà. Anche oggi, in una società apparentemente progredita, ci sono aspetti in cui la mentalità rimane arretrata, spingendoci verso il silenzio protettivo. In “Oltre le crepe del cuore”, Rosa Provenzano esplora le tensioni e le paure di Fabio e Gabriel, due giovani che celano i propri segreti, lottando per apparire forti e di successo. I loro tormenti rimangono nascosti, per scelta. Ma le cose cambiano. L’urgenza di rivelarsi li porta a comprendere il vero significato dell’amore, l’ascolto interiore. Il romanzo, emotivamente intenso, è strutturato come un diario intimo a due voci, senza divisione in capitoli. Lo stile limpido e la prosa evocativa, infiammata da sentimenti profondi, trasmettono con semplicità messaggi potenti.