La Giornata Internazionale del Velo: un appello alla riflessione, ispirati da Nazma Khan
Mentre le cronache si riempiono di notizie di crisi politiche e di futili dibattiti televisivi, una ricorrenza merita la nostra attenzione: la Giornata Internazionale del Velo. Istituita nel 2013 da Nazma Khan, una giovane donna americana di origini bengalesi, questa giornata, che cade ogni 1° febbraio, invita le donne, musulmane e non, a indossare il velo come atto di solidarietà e rivendicazione della libertà di scelta. Per secoli, il velo è stato per molte un obbligo, non una scelta, imposto da società retrograde e maschiliste, interpretato come simbolo di pudore o obbedienza. Questa percezione, purtroppo, persiste in alcuni contesti, generando discriminazione e limitando l’autonomia individuale. Viviamo in un mondo che si auto-impone confini artificiosi, alimentando pregiudizi e paure infondate verso la diversità. Ma la diversità, in realtà, è ciò che ci rende unici, che ci rende umani. È dunque paradossale che, nonostante la diffusa retorica sull’inclusione, molte personalità influenti, soprattutto coloro che hanno sperimentato la discriminazione in prima persona, restino silenti su una tematica così rilevante. Si ostentano buoni propositi, ma manca l’azione concreta. In una società che privilegia l’apparenza alla sostanza, un gesto simbolico, come indossare il velo, può essere un potente strumento di cambiamento. Io, come uomo, ho indossato il velo in segno di solidarietà, perché credo nel potere trasformativo di un impegno reale per un mondo più giusto ed equo per tutte le donne.