Michela, sul punto di compiere trentasette anni, si ritrova a fare i conti con un’esistenza profondamente sconvolta. La brillante carriera nel mondo pubblicitario, un tempo così promettente, è naufragata a seguito di un licenziamento improvviso, causato dalle parole offensive e manipolative del suo superiore. A questo si aggiunge la fine di una relazione sentimentale fallimentare con un compagno indeciso e dipendente dalla famiglia. Priva di lavoro e di un amore in cui aveva creduto, Michela si trova in una condizione di precarietà economica ed emotiva senza precedenti. Costretta ad abbandonare la frenetica Milano, dove aveva vissuto per quasi dieci anni, torna nella quiete del paese natale, nella casa dei genitori. Lì, a quasi quarant’anni, si sente sprofondare in una condizione adolescenziale di disagio, alle prese con l’ansia e la depressione, trovando conforto solo nelle sigarette e nei farmaci ansiolitici. Il futuro appare incerto e desolante, in un mondo che sembra rifiutarle una possibilità di riscatto. Fragile e insicura, si sente persa, come sotto una lente d’ingrandimento impietosa. A offrire un barlume di speranza è la cugina Giulia, una donna di quaranta anni libera e spensierata, e soprattutto la piccola Aurora, una bambina dalla forza d’animo straordinaria. L’incontro con la bambina, inizialmente osservata con distacco da Michela, si rivelerà fondamentale per una rinascita. La protagonista ha bisogno di un cambiamento radicale per ritrovare la propria identità e ricominciare a respirare. Il romanzo di Simona Toma, a tratti divertente e a tratti struggentemente realistico, dipinge con efficacia la condizione di precarietà e smarrimento che caratterizza molti giovani, vittime di una società che ruba i sogni e le speranze.
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