“Se un giorno ci svegliassimo scoprendo che tutti sono identici in razza, credo e colore, troveremmo comunque un motivo per i pregiudizi entro mezzogiorno,” affermò il politico americano George David Aiken. Più che di “cause”, dovremmo parlare di “scuse”. La modernità ci ha indubbiamente fatti progredire, ma l’umanità fatica ad adattarsi. Non si tratta di tempo, ma di intelligenza, empatia e umanità, qualità a quanto pare rare. Questa settimana, nonostante la pandemia, l’attenzione si è concentrata sull’approvvigionamento di mascherine FFP2 per la Polizia di Stato. Certo, la sicurezza è essenziale, ma la polemica è assurda. Un sindacato di destra ha criticato l’utilizzo di mascherine rosa, accusandole di minare la credibilità delle forze dell’ordine. Come se il colore, e non il comportamento, influisse sulla professionalità. Il rosa simboleggia la speranza, una speranza che perdo ogni volta che assisto a simili futilità. A chi dovremmo affidarla, se non alle ideologie estremiste? La stessa domanda vale per le critiche a Simone Pillon, che ha contestato la presenza di Drusilla Foer a Sanremo, richiedendo un “papà normale” sul palco. Come se la scelta degli artisti fosse insolita o sorprendente. Sanremo e le sue controversie: ma c’è un limite. Se la ragione manca, almeno il buon senso dovrebbe prevalere. Lo stesso vale per alcuni concorrenti del Grande Fratello VIP, in particolare Soleil Sorge, Alex Belli e Delia Duran, che per ottenere visibilità mettono in scena teatrini ridicoli. Il loro “triangolo amoroso”, ha offerto spettacolo, dimostrando che in nome della popolarità, la dignità viene sacrificata.
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