Un Sogno Ceramico nell’Olanda del Seicento

La pigrizia corrode lo spirito, soffocando le aspirazioni. Ma i cuori audaci resistono, iniettando adrenalina nella lotta contro l’apatia. Le idee, brillanti come stelle, diventano tangibili, offrendo una via per colorare l’esistenza, altrimenti dipinta di grigi e neri. Chi osa, chi non ha nulla da perdere, trova il coraggio di riscattarsi, di cambiare rotta seguendo i propri desideri. Gli errori diventano preziosi insegnamenti, guide per il futuro. Un obiettivo ben definito funge da bussola, focalizzando i pensieri e alimentando l’azione. La strada, tuttavia, è irta di ostacoli: la teoria è una cosa, la pratica un’altra. Volontà e perseveranza sono indispensabili per coniugare ambizione e concretezza. Intraprendere il cammino dell’autorealizzazione è solo l’inizio; il successo richiede impegno costante. Le difficoltà, inevitabili, potrebbero minare la fiducia, soprattutto quando i sogni sembrano irraggiungibili. In “Blu come la notte” di Simone Van Der Vlugt, seguiamo Catrijn, una vedova che, dopo aver subito abusi da un marito alcolista e violento, decide di rischiare tutto. Nell’Olanda del Seicento, questa donna ambisce a diventare una decoratrice di ceramiche e a vivere ad Amsterdam. La storia si svolge in un contesto mutevole, dove la peste aggrava ulteriormente le difficoltà. Catrijn cela un segreto mentre si avventura nella grande città, alla ricerca di fortuna e amore. Il romanzo è magnifico, scritto con eleganza e scorrevolezza. La trama, sebbene prevedibile sin dalle prime pagine, non perde per questo il suo fascino, offrendo una narrazione avvincente e meritevole di essere letta.