Categoria: RUBRICHE

  • Doppi standard: dalla violenza di genere alla guerra in Ucraina

    Doppi standard: dalla violenza di genere alla guerra in Ucraina

    Il celebre regista Nanni Moretti, con le sue memorabili frasi, ci ricorda l’importanza delle parole e il loro peso. Un concetto che meriterebbe maggiore attenzione, così come la miriade di comportamenti e azioni che, nel XXI secolo, lasciano molto a desiderare. Viviamo immersi in una brutalità spesso mascherata, tanto da renderla invisibile o, peggio, da indurci a ignorarla. Basti pensare al conflitto russo-ucraino: un’aggressione inaspettata a uno stato a cui abbiamo offerto la nostra solidarietà dopo averlo corteggiato per l’adesione alla NATO. Al di là del dramma bellico, assistiamo quotidianamente a molteplici atti di violenza, subiti da persone di ogni età, orientamento sessuale e condizione sociale, a causa della superficialità e dell’ignoranza di chi giudica senza esperienza diretta. Spesso, chi condanna la violenza ne è, ipocritamente, complice o addirittura fautore. La violenza, fisica, verbale o psicologica, non dovrebbe essere tollerata, ma immediatamente censurata e perseguita. Eppure, l’aggressione subita da Rajae Bezzaz, giornalista de “Striscia la Notizia”, aggredita verbalmente e fisicamente da un uomo indagato per truffa, è stata ampiamente ignorata dai media, a differenza di quanto accaduto con il caso di Greta Beccaglia. La differenza di trattamento mediatico tra i due episodi mette in luce un inquietante doppio standard. Notiziari, giornali e talk show, persino quelli che si vantano di battaglie sociali, hanno scelto il silenzio. Perché? Per la priorità di altre “emergenze”? O perché si preferisce applicare doppi standard? Questo squallore, a mio avviso, è il riflesso di una società che, forse, merita ciò che ha.

  • Waveful: Un’oasi di creatività nel mare digitale

    Waveful: Un’oasi di creatività nel mare digitale

    Nell’oceano digitale, spesso tempestoso, le parole di Umberto Eco risuonano ancora attuali: i social media amplificano le voci di molti, anche quelle prive di fondamento. Piattaforme come Facebook e Instagram hanno aperto le porte a un’espressione incontrollata, spesso caratterizzata da contenuti superficiali e privi di valore, alimentando un diffuso analfabetismo funzionale. L’ossessione per l’apparenza, la ricerca spasmodica di visibilità, spesso a discapito della verità e del rispetto altrui, ha preso il sopravvento. La quantificazione del successo tramite numeri gonfiati, influencer che promuovono qualsiasi cosa pur di guadagnare, e profili verificati ottenuti con mezzi discutibili, sono solo alcuni esempi di questo fenomeno. Tuttavia, non tutto è perduto. Recentemente, ho scoperto Waveful, una piattaforma italiana nata circa un anno fa, che si propone come valida alternativa alle grandi aziende americane. A differenza dei suoi competitor, Waveful premia la creatività e valorizza i contenuti originali. Non si diventa ricchi, ma si riceve un riconoscimento importante: la dignità del proprio lavoro. Per accedere a questa possibilità, è necessario diventare “creator”, raggiungendo un determinato numero di visualizzazioni (non “like”). Ciò permette di creare delle community, chiamate “Tsunami”, dedicate a diverse tematiche, ad esempio gossip, cinema, giardinaggio, musica e molto altro. La privacy è garantita: nessuno può accedere alle informazioni personali degli utenti, come “like”, gruppi o persone seguite. In sostanza, Waveful rappresenta una boccata d’aria fresca nel mondo digitale, un’opportunità per esprimere la propria creatività in un ambiente rispettoso e autenticamente italiano. Vi invito a unirvi a me! https://invites.waveful.app/1aaX

  • L’incommensurabile vacuità umana: da Maggio a Belli, un’analisi di superficialità

    L’incommensurabile vacuità umana: da Maggio a Belli, un’analisi di superficialità

    La frase attribuita allo scrittore Aldous Huxley, circa l’incapacità umana di apprezzare ciò che si ha, risuona con particolare intensità nell’era attuale. La superficialità e la inconsistenza di molti individui sono lampanti, rivelate persino dai silenzi. Sembra che una considerevole fetta di popolazione sia incapace di guardare oltre il proprio naso, ostentando questa limitazione. La riflessione appare un’impresa troppo ardua, preferendo la facile via del parlare a vanvera o, peggio, di giudizi avventati. Negli ultimi giorni, alcune dichiarazioni, mascherate da fondatezza, hanno suscitato in me profondo disappunto. Un esempio lampante è l’inaccettabile messaggio di Davide Maggio ad Emma Marrone, dopo il Festival di Sanremo. Con una sconcertante mancanza di sensibilità, in un’epoca che condanna ogni forma di violenza, ha perpetrato un atto di body-shaming durante una diretta Instagram, commentando in modo inappropriato l’abito indossato dalla cantante. Seguendo la sua logica distorta, chi possiede un intelletto limitato dovrebbe smettere di parlare. Analogamente, la presenza di Alex Belli al Grande Fratello Vip è altrettanto discutibile. La sua ricomparsa, nonostante la squalifica, per “mettere ordine” al caos da lui stesso creato, appare priva di senso. Nonostante le iniziali promesse di Alfonso Signorini di evitare elementi controversi, la nuova edizione del reality è scivolata in conclusioni deludenti. Sebbene sia possibile ricominciare da capo, farlo partendo da un vuoto, come in questo caso, sembra un’impresa improba.

  • Sanremo 2023: Un’analisi critica dello spettacolo

    Sanremo 2023: Un’analisi critica dello spettacolo

    La divina Greta Garbo, in una delle nostre immaginarie conversazioni, mi ha ricordato l’imperativo morale dell’artista: offrire al pubblico una performance impeccabile. Tutto il resto è accessorio. Un vero artista si presenta al massimo della propria forma psicofisica, offrendo la migliore immagine di sé. L’esperienza degli spettatori, qualunque essa sia, non dovrebbe essere influenzata da elementi estranei alla performance. Quest’anno, a Sanremo, a tratti ho avuto l’impressione di trovarmi su un altro pianeta. Anche la professionalità tecnica ha mostrato delle falle, basti pensare all’incidente di un cameraman durante l’esibizione di Cesare Cremonini. Amadeus, confermato come miglior conduttore degli ultimi cinque anni, ha saputo gestire lo spettacolo, compensando la precedente inerzia di Claudio Baglioni. Mahmood e Blanco hanno meritato la vittoria fin dalla prima serata. Elisa, elegante come Sarah Bernhardt, ha incantato con la sua voce. Gianni Morandi, grazie al brano scritto da Jovanotti, ha portato energia e freschezza. Iva Zanicchi ha offerto una lezione magistrale sui veri talenti, in contrapposizione alle apparenze. Massimo Ranieri, pur con qualche calo, ci ha regalato un tuffo nel passato musicale. Emma ha ancora una volta incarnato l’orgoglio femminile. Ditonellapiaga e Donatella Rettore hanno dimostrato la felice unione di passato e presente, anche se l’acconciatura di Rettore avrebbe potuto essere più coerente con l’immagine complessiva. Alcuni artisti, però, necessitano di una riflessione critica. Achille Lauro, pur essendo un grande performer, ha offerto uno show d’apertura discutibile, quasi fosse a casa propria. Il suo gesto di sbottonarsi i pantaloni è stato oltraggioso e inaccettabile, e la sua classificazione al 14° posto è stata ingiustificata. Non meno criticabile la performance di un altro artista dal nome impronunciabile. Rkomi, per quanto riguarda lui, con la sua esibizione ha confermato la sua distanza artistica dagli altri partecipanti. Per quanto concerne gli altri, preferisco astenermi da ulteriori commenti. Tornando a Garbo, la vera prima donna di questo Sanremo è stata Sabrina Ferilli, la cui intelligente ironia ha riportato tutti con i piedi per terra. Come diceva Picasso, un artista è un ricettacolo di emozioni. In conclusione, Sanremo è sempre Sanremo, ma c’è spazio per miglioramenti.

  • Sanremo 2022: Un confronto tra apparenza e sostanza

    Sanremo 2022: Un confronto tra apparenza e sostanza

    La frase dello scrittore Richard Yates, “La gente ha smesso di pensare, di provare emozioni, di interessarsi alle cose; nessuno si appassiona o crede in qualcosa che non sia la sua piccola, dannata, comoda mediocrità”, risuona con inquietante attualità. L’iperconnessione e la velocità della modernità hanno paradossalmente generato superficialità, persino nelle relazioni, svuotandole di significato e lasciando solo la forma. L’ultima edizione del Grande Fratello Vip ne è un esempio lampante: le dinamiche amorose, spesso banali e strumentalizzate, hanno monopolizzato l’attenzione, con personaggi come Gianmaria Antinolfi, Jessica Hailé Selassié, Miriana Trevisan e Biagio D’Anelli, protagonisti di una rappresentazione più che di un’esperienza autentica. La finta uscita di scena di Alex Belli, con la sua presunta fuga in Egitto, è stata solo un’altra dimostrazione di questa tendenza, un escamotage scenico privo di sostanza. Il suo triangolo amoroso con Soleil Sorge e Delia Durannne, emblematico di un’esibizione di sentimenti finti, sottolinea quanto sia facile confondere l’apparenza con la realtà. Si parla tanto d’amore, ma la capacità di riconoscerlo sembra sempre più rara. L’amore vero non si presta a manipolazioni, ma spesso viene spacciato per ciò che non è. In questa società che sembra aver perso il senso del pudore, il ritorno alla vergogna potrebbe essere una panacea. Nell’attesa, l’edizione 2022 del Festival di Sanremo offre un interessante contrappunto. A dispetto delle polemiche, come quella che ha coinvolto Ornella Muti per il suo sostegno alla legalizzazione della cannabis, il festival ha proposto uno spettacolo di alto livello, con un cast sorprendente, a parte qualche presenza ormai scontata come quella di Achille Lauro. Se alcuni artisti hanno forse deluso le aspettative, l’evento nel suo complesso ha confermato la sua capacità di generare dibattito e polarizzare le opinioni, un classico Sanremo, insomma.

  • Il Caos Nazionale: Dalla farsa presidenziale al circo televisivo

    Il Caos Nazionale: Dalla farsa presidenziale al circo televisivo

    In questi tempi di crisi sanitaria globale, dove ognuno si improvvisa esperto di ogni disciplina, è sconcertante l’eccessivo credito concesso a personaggi superficiali. Al contempo, è deprimente osservare come individui onesti e meritevoli ricevano ben poca considerazione. Come direbbe Totò, “ognuno ha la faccia che ha”, ma spesso si esagera. Mentre l’Italia è lacerata da conflitti politici e sociali, e una crisi economica imperversa, la classe dirigente sembra più interessata alle buffonate che circondano l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica che a risolvere i problemi del paese. Certo, la scelta del Capo di Stato è cruciale, ma la prima tornata di votazioni, conclusa senza esito, ha evidenziato l’inadeguatezza di molti “politicanti” più interessati alle proprie poltrone che al benessere dei cittadini. La proposta di nomi come Alfonso Signorini, Amadeus e Alberto Angela come candidati alla presidenza è stata grottesca, un’offesa all’intelligenza degli italiani, paragonabile, per usare un eufemismo, alla devastazione provocata dall’Omicron. La politica non è un reality show, soprattutto in momenti di crisi come questo. A differenza della realtà politica, il Grande Fratello Vip ci ha regalato l’ennesima farsa con il triangolo amoroso tra Alex Belli, Soleil Sorge e Delia Duran, una telenovela stucchevole e priva di reale interesse. L’arrivo di nuovi personaggi, come Edoardo Donnamaria, Antonio Medugno e Gianluca Costantino, non promette miglioramenti, anzi, mette ancora più in luce la mediocrità del programma. In contrasto, a Uomini e Donne, i festeggiamenti per il compleanno di Gemma Galgani, con una torta a forma di rotoloni Regina, sono stati un momento di genuina comicità, in netto contrasto con l’incapacità di Gianni Sperti di apprezzare l’ironia e l’intelligenza al di fuori dei suoi ristretti orizzonti. In definitiva, sembra che viviamo in un paese dominato da superficialità e spettacolarizzazione, dove il serio viene soppiantato dal farsesco.

  • La futilità dello scandalo: da mascherine rosa a reality show

    La futilità dello scandalo: da mascherine rosa a reality show

    “Se un giorno ci svegliassimo scoprendo che tutti sono identici in razza, credo e colore, troveremmo comunque un motivo per i pregiudizi entro mezzogiorno,” affermò il politico americano George David Aiken. Più che di “cause”, dovremmo parlare di “scuse”. La modernità ci ha indubbiamente fatti progredire, ma l’umanità fatica ad adattarsi. Non si tratta di tempo, ma di intelligenza, empatia e umanità, qualità a quanto pare rare. Questa settimana, nonostante la pandemia, l’attenzione si è concentrata sull’approvvigionamento di mascherine FFP2 per la Polizia di Stato. Certo, la sicurezza è essenziale, ma la polemica è assurda. Un sindacato di destra ha criticato l’utilizzo di mascherine rosa, accusandole di minare la credibilità delle forze dell’ordine. Come se il colore, e non il comportamento, influisse sulla professionalità. Il rosa simboleggia la speranza, una speranza che perdo ogni volta che assisto a simili futilità. A chi dovremmo affidarla, se non alle ideologie estremiste? La stessa domanda vale per le critiche a Simone Pillon, che ha contestato la presenza di Drusilla Foer a Sanremo, richiedendo un “papà normale” sul palco. Come se la scelta degli artisti fosse insolita o sorprendente. Sanremo e le sue controversie: ma c’è un limite. Se la ragione manca, almeno il buon senso dovrebbe prevalere. Lo stesso vale per alcuni concorrenti del Grande Fratello VIP, in particolare Soleil Sorge, Alex Belli e Delia Duran, che per ottenere visibilità mettono in scena teatrini ridicoli. Il loro “triangolo amoroso”, ha offerto spettacolo, dimostrando che in nome della popolarità, la dignità viene sacrificata.

  • Il variegato mondo dello spettacolo: tra polemiche e amore vero

    Il variegato mondo dello spettacolo: tra polemiche e amore vero

    L’inizio del 2022 è stato segnato da una situazione sanitaria critica, ben lontana dall’ottimismo di un passato “andrà tutto bene”. Milioni di persone si sono trovate in lunghe code per i tamponi, con un accesso estremamente limitato ai test molecolari. L’attesa, l’incertezza e la difficoltà di reperire assistenza sanitaria hanno generato frustrazione e preoccupazione. Questa situazione di emergenza, aggravata dalla scarsa umanità dimostrata in alcuni casi, ha gettato un’ombra sulle prospettive future. Allo stesso tempo, il mondo dello spettacolo ha offerto un mix di drammi e momenti di autentica commozione. Nel Grande Fratello Vip, ad esempio, le discussioni e i conflitti hanno dominato la scena, con episodi di accuse reciproche come quello che ha visto protagonista Carmen Russo, accusata di aver omesso alcuni invitati alle sue nozze. La Russo ha negato le accuse, ma l’episodio ha evidenziato una certa superficialità nel gestire le relazioni interpersonali, sottolineando la priorità data all’immagine televisiva. A contrasto con questo scenario, l’amore tra Eva Grimaldi e Imma Battaglia ha regalato un toccante momento di genuinità e affetto, dimostrando un’autenticità rara nel mondo dello spettacolo. La loro dichiarazione d’amore è stata un faro di positività in mezzo alle polemiche. Infine, si vocifera di un possibile ritorno in prima serata di Barbara d’Urso con un nuovo programma, un segno di speranza per un futuro intrattenimento più leggero.

  • Il Grande Fratello Vip 6: Un Natale di Sorprese e Ipocrisie

    Il Grande Fratello Vip 6: Un Natale di Sorprese e Ipocrisie

    L’atmosfera natalizia, con la sua patina di ipocrisia effimera, permea l’aria, come ha argutamente osservato Charles M. Schulz. Un’ipocrisia che, come un’epidemia stagionale, svanirà puntualmente dopo l’Epifania. Sebbene il riferimento alle malattie infettive possa apparire inopportuno vista la quarta ondata pandemica e l’introduzione del Super Green Pass, le norme igienico-sanitarie restano fondamentali, anche se non per tutti. Il Natale, dunque, si tinge dei colori di una geografia nazionale che si prepara a nuove restrizioni. Personalmente, a Natale, ricevo più regali che non ne faccio. Uno dei primi doni mi è arrivato da Alfonso Signorini, durante l’ultima puntata del Grande Fratello Vip 6, con l’inattesa autoeliminazione di Alex Belli, un addio scenico e melodrammatico a Delia Duran, simile a un autogol calcistico. Un regalo inaspettato e gradito! Meno gradita è stata l’uscita di Maria Monsè, la cui mancanza di buone maniere è stata evidente nella casa più spiata d’Italia. L’abbandono di Francesca Cipriani, invece, mi ha lasciato perplesso: la sua mancanza renderà il programma assai più monotono. Soleil Sorge, tra massaggi e baci, ha saputo nuovamente reinventarsi, trasformandosi da astuta manipolatrice a vittima innocente con una rapidità che farebbe impallidire un camaleonte. La sua credibilità, però, è seriamente compromessa. A Natale, le sorprese sono all’ordine del giorno, ma la sincerità sembra latitare. Il tanto predetto “fuggi-fuggi” generale non si è mai materializzato. L’unica che ha dimostrato coerenza, sorprendentemente, è stata Gemma Galgani, la cui partecipazione non si è fatta arrestare nemmeno dal Coronavirus. Le mie simpatie, infine, sono inversamente proporzionali alla distanza fisica che mi separa dalle persone. Perciò, vi auguro buone feste con un anticipo rispetto al solito, a presto dopo l’Epifania! Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

  • Un Presepe Vip: I personaggi del Grande Fratello nella Natività più irriverente

    Un Presepe Vip: I personaggi del Grande Fratello nella Natività più irriverente

    L’antico storico Erodoto ci ha insegnato che le proprie tradizioni appaiono sempre le migliori. E così, nell’atmosfera natalizia, immaginiamo una rappresentazione della Natività con i coloriti personaggi del Grande Fratello Vip. L’albero di Natale sarà addobbato con le “perle” di conversazione di Alex Belli e i suoi intrecci con Delia Duran. Per il Presepe, Maria Monsè interpreterà Maria, con Manuel Bortuzzo nel ruolo di Giuseppe. La loro umile capanna sarà quella di Katia Ricciarelli e Giucas Casella, serviti dal devoto Davide Silvestri. Valeria Marini sarà la stella cometa, ammirata da Giacomo Urtis, un osservatore esterrefatto da una bellezza irraggiungibile. Intorno alla Sacra Famiglia, Miriana Trevisan, Sophie Codegoni e Manila Nazzaro, angeli luminosi e talvolta irrequieti, completano la scena. Tra gli astanti, troviamo Gianmaria Antinolfi, la cui energia ricorda quella di un tradizionale Caganer spagnolo; Francesca Cipriani, sempre frenetica; Aldo Montano, impassibile; Soleil Sorge, pungente e autoreferenziale; e Carmen Russo, distratta dal mondo circostante. Le sorelle Selassié, con la loro continua ricerca di attenzioni, saranno le mendicanti, mentre Alfonso Signorini, Adriana Volpe e Sonia Bruganelli, impersoneranno i Re Magi, portatori non di doni tradizionali, ma di immunità, parole di conforto e comunicati ufficiali. Infine, io stesso interpreterò Cristo, dotato della pazienza divina necessaria per osservare gli eventi della Casa.