E POI COSA FAI?INEDITORUBRICHE

Antonio ‘Tony’ Ciotola: ecco l’uomo che ha fondato Wonder Manage, oltre che l’unico che è stato in grado di far ballare anche gli Dei, portando il Dj numero 1 al mondo ai piedi della valle dei templi.

Antonio ‘Tony’ Ciotola, è un brillante manager, oltre che fondatore di WONDER MANAGE e profondo conoscitore di musica di vario genere.
È stato Speaker Radiofonico, socio della Net’s Work Records, ma ha sempre avuto il pallino del management e del Booking, tanto da diventare via via il migliore in questo campo, aprendo un vero e proprio mercato in Italia, che ha visto arrivare grazie al suo lavoro, i Dj migliori del pianeta, in altrettanti eventi incredibili.
Qual è la sua più grande qualità? Secondo me, la voglia di fare squadra, di creare un team, di far crescere gli artisti e di essere per loro un vero e proprio punto di riferimento.
Io ho la fortuna di conoscerlo da oltre dieci anni. Ora tocca a voi…


Siamo amici e collaboriamo ormai da anni: abbiamo condiviso serate, interviste ai Top Dj, idee, rubriche in radio e tv, ma credo sia la prima volta che mi trovo ad intervistarti, quindi cercherò con queste domande di far conoscere a tutti, chi è Antonio “Tony” Ciotola. 
E’ un semplice ragazzone in sovrappeso, nato a Napoli poco più di 40 anni fa…con una grande curiosità per tutto ..un discreto interesse verso ciò che viene comunemente definiamo “arte”, rintracciabile nelle mie attitudini nel disegnare, l’amore per le arti figurative appunto, e non ultimi gli studi di architettura.
Metteteci che adoro il volo, e tutto ciò che è il complicato mondo dell’aviazione civile, ed ecco servito un finto razionale in salsa lunatica 😉

Partiamo da qui: Sei stato il primo se non uno dei primi a portare i grandi Dj internazionali in Italia e so che hai costruito la tua credibilità con loro grazie a diversi fattori, tra i quali ne spicca uno molto singolare, che è la tua conoscenza della lingua inglese. Ci spieghi meglio, perché ti ha aiutato così tanto…
Ma sai, non penso sia stata la mia arma segreta conoscere bene l’inglese… ma la mentalità, è il fatto che si sappia pensare con una mentalità diversa che ha aiutato tanto – la lingua è stata lo strumento che ha indubbiamente aiutato. Come lo conoscessi bene, deriva dalla mia passione (che mi porto dietro da età adolescenziale) per i film in lingua originale, unita all’esperienza svolta in campo discografico come international manager.

Negli anni hai acquisto con il tuo nome un sacco di ammiratori, ma anche diversi detrattori, (forse) invidiosi della forza di Wonder Manage. Ci spieghi perché neppure tra i management si riesca a fare squadra e aiutarsi a vicenda?
Indubbiamente la competizione è vivace e lo sarà sempre, come in ogni altro lavoro. Rispetto molto quelli che svolgono un lavoro come il mio, dato che non è semplice. Richiede pazienza, reperibilità h24, totale dedizione…. Anzi approfitto per dire che è da coraggiosi intraprendere una strada simile, visto che si opera spesso senza certezze, quasi sempre si scommette… ed è tutto basato sull’investimento sia di risorse finanziarie proprie oltreche del proprio tempo e know-how.

Hai lavorato, collaborato e stretto amicizie con i migliori: gli Swedish House Mafia, Hardwell, Don Diablo, Nicky Romero, solo per citarne alcuni. Tra tutti questi, chi puoi considerare dei veri amici, insomma, chi ti porteresti in vacanza con te?
Su tutti, per affinità e passioni Nicky – Don…. Ma ricordo piacevolissime conversazioni su qualunque altro tema con Oliver (Heldens), Eddie (Thoneick), lo stesso Martin (Garrix). Con molti uso scrivermici a latere del mero booking di un loro show ecco. Ed è quel tipo di rapporto che in fine dei conti che ti pone una spanna avanti.

Dopo centinaia di eventi e altrettanti artisti seguiti come booker, avrai avuto modo di conoscere anche le assurde bizze/richieste di alcuni. Quali sono gli aneddoti e/o richieste più strane che hai dovuto ottemperare e se possibile, dicci da parte di chi.
Mah… di vero c è che alcuni rider sono diventati delle enciclopedie (es: 50…60…70 pagine), a testimonianza che per qualche eletto Dj…. Si è praticamente entrati nel mondo POP, SENZA meno.
Le curiosità che posso condividere vanno dalla pizza con funghi per Hardwell dopo ogni show… al thè verde e panna cotta per DON a cena…. Ai magneti per la mamma di uno di loro, ovunque performi ne porta via uno. Sono cose divertenti spesso, a volte snervanti tuttavia… ma resti qui .-)

Dopo anni di spese pazze, festival fantasmagorici e artisti saliti alla ribalta improvvisamente, sembra che il mercato dei TOP Olandesi (e non) si sia un po’ fermato, quantomeno in Italia, ridimensionando il modo di organizzare serate in discoteca. Cos’è successo? Come mai tutti i lustrini e i numeri di prima sembrano morti improvvisamente? E poi tu l’avevi previsto, giusto?
Non sembrano SONO! Il mercato è imploso, semplicemente per saturazione. La dinamica “tumorale” è stata dettata da un fenomeno socio-economico non nuovo, quello cioè in cui gli adepti o fans confondono una loro passione col talento. NON che la passione non sia un ottimo primo indizio, ma da sola non può bastare. Per dirla in altre parole…se tutti quelli appassionati di calcio pensassero di poter diventare calciatori professionisti (per non dire Messi), avremmo gli stadi vuoti! Ecco, per sommi capi, questa metafora è la causa del male che ha colpito il circo della musica genericamente detta EDM… A seguire poi ci sono stati i fee dopati… la concorrenza spietata fra operatori che si è spinta troppo oltre, tipo un suicidio per alcune attività….e non ultimo, ANZI, una sterzata importante del genere musicale, che ha visto il bpm rallentare e sonorità meno happy/jump soccombere a suoni e ritmiche più house (ma meno male!). Come dico spesso la gente salta meno ed ha ripreso a ballare però.

Wonder Manage è stata la realtà che ha portato in Italia per la prima volta diversi artisti di prima linea, ma ha sempre avuto un occhio al futuro, verso la produzione degli show, il management, la musica e così via. Se dovessi descrivere oggi WONDER, come la presenteresti ad un cliente?
Anche Wonder (e non più wonde manage) ha dovuto adeguarsi al cambiamento. Ecco il nome stesso, che perde la desinenza dedicata al management testimonia un cambiamento della scena, che pur avendo dato impulso a tanti nomi italiani – non sto quì a fare l’elenco – ma credo si sappia….dopotutto ha visto l’esigenza di recidere un anello della catena, ancor più con l’ingresso delle multinazionali nel mercato che era ad appannaggio di sole piccole entità indipendenti.
Io continuo a fare ciò che mi piace, ma i parametri sono diversi. L’acqua si abbassa, il business c è comunque ma termini di collaborazione sono stati rivisitati….almeno per quelli che hanno saputo capirlo. Le economie comunque sono ancora robuste, sane. Il 2017 per noi, nonostante non si dica, è stato un anno straordinario – Fatturato record, e avvio di asset meno visibili sui social ma molto più gratificanti e duraturi (come ad es. produzioni per format tv, musica per conto terzi, eventi prodotti in proprio, catalogo editoriale) ben oltre il mero booking ecco. Cos’è wonder oggi ? Una boutique di creatività legata alla musica Dance, ai Djs ma non solo. Non c è regola che tenga… la musica bella o quella che funziona per essere più cinici, non conosce generi.

Di festival nel mondo ne avrai visti moltissimi se non tutti. Alcuni di questi non esistono neppure più. Dicci la tua a proposito dei più belli, quelli che rimpiangi, i sopravvalutati e magari anche le tue aspettative su Tomorrowland Italia.
Ne ho visti tanti è vero ma me ne mancano altrettanti sai, Burning man per citarne uno… o la versione asiatica dell’ultra per citarne un altro. Non tornerei al Creamfields forse, dico W l’IUtra di Miami, e –scontato dirlo – Tomorrowland nella storia.
Sulla “versione italiana” di quest’ultimo non posso che dirne bene, nella misura in cui sia assodato che trattasi dell’appendice estera di un evento magico che ha il suo vero perchè solo se vissuto a Boom. Artisticamente è addirittura un controsenso farlo altrove in contemporanea se ci pensi …. Ma come sempre più spesso accade, le logiche finanziarie suggeriscono il contrario.

Con Wonder sei anche riuscito a far suonare il numero 1 al mondo, Martin Garrix a Selinunte, nel più bel sito archeologico del Mediterraneo. MA COME CI SEI RIUSCITO?
E’ stato un evento unico, magico….il nostro fiore all’occhiello probabilmente.
E’ nato tutto dell input che lo stesso Martijn mi diede ad ibiza nel 2016, suggerendomi di fare qualcosa di irreplicabile altrove… ed io facendo tesoro dei miei trascorsi da mancato architetto….e con l’amore innato per la ns terra, mi son dato da fare. In verità c è voluto un anno buono e non meno di dieci “no” da altre locations simili prima di avere un apertura dal Parco archeologico i Selinunte. Merito va all’arch. Enrico Caruso, direttore del Parco & sovrintendente ai beni artistici locali… nonché al vulcanico Davide – siciliano doc – che con me oramai da oltre 6 anni, opera sotto la bandiera Wonder, e che ha praticamente fatto di questo show una missione. Senza di loro, oltre che del resto, non sarebbe stato possibile. Quest’anno facciamo bis per altro!

A proposito di Mediterraneo, l’anno scorso ho avuto l’onore d’essere il presentatore del Mates, il Festival più grande del Sud Europa; un inno alla terra del mezzogiorno, al quale hai tenuto tantissimo. Tirando le somme, c’è stata più stanchezza a fine evento o oggi, hai ancora più voglia di rifarlo?
La stanchezza è stata tanta ed oltre ogni possibile immaginazione, ma la voglia non è passata anzi . Quest’anno – mio malgrado – abbiamo dovuto rimandare l’annuncio dell’edizione 2018 a causa del dissesto finanziario del Comune di Napoli che vedeva coinvolta la location Ippodromo che ci ha ospitati… anzi siamo riusciti a limitare i danni evitando annunci e passi indietro giusto in tempo, viste le peripezie dell’amministrazione col governo centrale e l’esigenza di far cassa. Per i meno informati, il dissesto degli ultimi 12 mesi ha portato l’amministrazione partenopea alla decisione di dismettere tanti immobili del patrimonio comunale, senza escludere la possibilità di alienare anche lo stesso ippodromo. Di qui il limbo invernale e l’impossibilità di avere un contratto di locazione se non dal 1 aprile in poi, che ci ha tagliato le gambe sugli ingaggi in essere. Ma stiamo già lavorando per il futuro – MATES ha una forza intrinseca che emerge dall’amore stesso dei giovani del sud e non solo per questo mondo. Presto ne risentirete parlare.

Conosci benissimo Axwell, Ingrosso e Angello e c’è una foto tua con loro alla quale tieni moltissimo e quindi, TU SAI SICURAMENTE PIÙ DI NOI! Ci dobbiamo aspettare qualcosa da loro in futuro o l’ultimo Ultra non lascerà nessuna eredità ai fan della SHM?
Vero, godo di uno storico e di ricordi indelebili….figli di un’importante esperienza al loro fianco come referente in italia a proposito della loro musica, ho avuto il piacete e la fortuna di firmare – fra gli altri – tutti i loro dischi al tempo, quando ero co-titolate della Netswork records, il che mi ha portato ad un rapporto più intenso e diretto negli anni. Il tempo poi ci ha portato su binari nuovi, ma siamo rimasti vicini sul fronte shows etc. Non baratterei quella foto con nessun’altra… e non x questioni di ego ma x quello che ha significato per me … per il mio lavoro oggi. Per rispondere alla tua, certo che dobbiamo aspettarci dell’altro, da fan anch’io scalpito al pensiero…ogni cosa tuttavia ha un suo tempo.

In questi anni, alcuni Italiani che seguivi a livello di management, sono andati via, forse perché si aspettavano chissà che cosa… Visto da fuori sei considerato un po’ come Re Mida tra i giovani producer, ma con loro sei anche sempre stato molto sincero nel dire che è difficile “arrivare”… Secondo te, cosa si aspettano, ma soprattutto, cosa serve per farcela?
Questo mondo ha tanti falsi idoli, io sono stato sempre terrorizzato dall’idea di poter essere confuso come uno fra quelli. Sono noto per aver smontato entusiasmi, ed aver restituito al mittente valigette generose. Guai ad illudere i giovani… peggio non farsene qualcosa dell’entusiasmo e l’interesse che hanno; va spiegato che spesso non è come pensano. Occorre, parlare, dirsi le cose, sviscerare il tema e formare quindi. Come detto poc’anzi, riconoscere di avere una passione…. (l’unica a muovere le cose) è un primo step…ma da sola non basta, serve TALENTO poi… che vuol dire ESTRO…TECNICA…ORECCHIO… e FORMA MENTIS. Mettici che è diventato un lusso entrare nel circo dei dj che contano, e fai presto a capire che è un attimo a passare per truffatori se “vendi” la celebrità. Quel potere non esiste… anzi esiste e risiede solo nella musica.
Non dimenticatelo mai!
Avere un proprio linguaggio… essere riconoscibili, a modo proprio “unici” è essenziale. Parliamo di “Regina Mida” dunque…non di Re. Una Musa come dico spesso io, la MUSICA.

Mi piacerebbe sapere il tuo punto di vista sulla vicenda AVICII, ma a ruota libera, senza vincoli di domanda alcuna…
Il mio punto di vista? Mah si riduce al silenzio: l’unica cosa di cui sono capace rispetto alla morte. La sua storia è stata scritta, basti guardare con che lucidità abbiamo visto tutti un docu-film (quasi ad annunciarne la triste notizia). Anche in quel caso c è stato estremo cinismo.
Me lo chiedi, dunque ti dico che ho conosciuto un giovane (giovanissimo al tempo), fragile quanto dolce, con un immenso talento. A noi però è arrivato solo quest’ultimo aspetto grazie alla sua musica, ed ai suoi successi. Non scopro né rivelo nulla evidentemente. Ma è sulla fragilità che qualcuno avrebbe dovuto riflettere meglio e prima.
Faccio fatica poi a tollerare le decine di migliaia di post farciti di pressappochismo così povero, teso solo a parlare di sé, attraverso la morte di un 28enne illustre.
Ecco questo mi ha dato molto fastidio. Quasi direi che la sua scomparsa mi ha insegnato anche questo. Perché ho conosciuto ancor meglio un aspetto opaco dell’uomo ed in particolare di alcune categorie. Quelle cioè che parlano senza cognizione di causa… che s’inventano aneddoti e fanno anche di un’ombra uno story-teling pur di raccontarsi.. di rendersi celebri, speculando su una scomparsa prematura. Ecco, questo mi disturba, ed è una delle cose su cui mi piacerebbe tutti lavorassimo di più, per non fare dei social soltanto lo spot da 5 secondi a cui noi tutti ci siam tristemente abituati oramai.

Per andare a concludere, ho 3 domande che prevedono una risposta veloce: 1. Qual è la prossima scommessa in fatto di musica? Dunque: 1. Auspico un bel disco house-funky cantato… sexy magari… un Modjo dei ns tempi dai  2. Ma che vogliono i giovani oggi? Bella domanda… chiediamolo a loro 😉 io credo che la riflessione debba essere più sul fatto che qualunque cosa vogliano ovvero gli si proponga, la reazione sarà sempre un’ulteriore immediata domanda, “ma poi, cos’altro ?”. E’ quello il vero punto. Quella è la realtà dei teens di questo decennio. (Next? What’s new? Per dirla bene) 3. Quando (e se) Tony Ciotola saluterà tutti e andrà a vivere in un’isola caraibica con la sua Marcella, chi prenderà il suo posto in Wonder? Escludiamo l’isola caraibica intanto ,-)… magari un rudere in campagna, nel verde … ad un ora o due da un aeroporto ..e col wifi, then I am happy : ) Credo che il mio team, capitanato da Davide, sia degno ed abile alfiere.

Concludo così: ringraziandoti, perché grazie a te e alla tua SCONFINATA fiducia nei miei confronti ho fatto un sacco di cose fighe e intervistato sogni, toccati con un dito…  sono io a ringraziarti, ti voglio un mondo di bene anche io…. La tua semplicità cozza a volte col resto che ruota intorno, ma resisti….non sei tu a dover cambiare  TVB e sappi che a detta di tanti, se non tutti, in questo lavoro TU SEI IL MIGLIORE, anche se il tuo essere LOW PROFILE, non ti darà modo di crederci veramente 😉Non è vero, sbaglio tanto anche io….ma prometto che ci lavoro su…..Cos’è che mi dicevi a colazione ? ..PERSONAL BRANDING .-)))) Notte notte, Tony


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Fabio De Vivo

Nato a Napoli il 22 maggio 1982. Dj, speaker radiofonico, conduttore televisivo, autore, web content writer ora anche nella famiglia di M SOCIAL MAGAZINE con la rubrica “E POI COSA FAI?”