Un’ora e trentadue minuti per apprezzare la malinconia, e il romanticismo del nuovo film di PIF, “Momenti di trascurabile felicità”
E’ una Palermo inconsueta, senza mafia e senza i soliti stereotipi, quella raccontata nel film “Momenti di trascurabile felicità”, nelle sale da ieri, 14 marzo.
La pellicola è ispirata ai libri Francesco Piccolo “Momenti di trascurabile felicità” e “Momenti di trascurabile infelicità”, le cui trame vengono fuse e rielaborate per forgiare la sceneggiatura del film.
Voce narrante e protagonista della vicenda è Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto dalla cui penna è uscita la sceneggiatura de “La mafia uccide solo d’estate”, alla base dell’omonimo film e serie tv.
Questa volta, nel film prodotto da 01 Distribution, l’attore si cimenta in un ruolo diverso che ha quasi del surreale. Paolo, infatti, è un ingegnere palermitano che vive felicemente la sua esistenza con moglie e figli.
In particolare a dar gioia alle sue giornate sono “alcuni istanti di pura gioia”. Ad esempio, ama attraversare in motorino un incrocio nel momento esatto in cui tutti i semafori sono rossi.
Nessuno ha mai il tempo di riconoscere la felicità, a meno che non ci si fermi un momento, un’ora e trentadue minuti, per esempio.
Questa l’idea di base del film di Daniele Luchetti. Il film, mette una domanda chiara allo spettatore cioè quella di indagare, in prima persona, i propri momenti di trascurabile felicità.
Senza nessuna didascalia o delle sequenze banali che porterebbero a pensare alle piccole felicità della vita, la pellicola fa riflettere sulle cose che ci accadono magari quotidianamente e che non prendiamo in considerazione ma che ci hanno reso “felici” e che invece trascuriamo o alle quali non abbiamo dato il giusto peso.
Lo yoga e l’Autan non sono in contraddizione? La luce del frigorifero si spegne veramente quando lo chiudiamo? Perché il primo taxi della fila non è mai davvero il primo? Perché il martello frangi vetro è chiuso spesso dentro una bacheca di vetro? E la frase: ti penso sempre, ma non tutti i giorni, che sembra bella, è davvero bella? A queste, e ad altre questioni fondamentali, cerca di dare una risposta Paolo (Pif), a cui rimangono solo 1 ora e 32 minuti per fare i conti con i punti salienti della sua vita.
Queste ed altre ancora sono le “grandi domande” che si fa il protagonista alle quali lo spettatore dovrà dare la giusta risposta, e magari gli sorgerà la riflessione “non ci avevo mai pensato”.
Un film leggero e profondo, poetico e onirico allo stesso tempo. Buona visione