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Coronavirus, Ferragnez e Codacons: quando l’ipocrisia è contagiosa quanto il virus!

Il Covid-19 è diventato parte integrante delle nostre vite. Ormai non si parla d’altro, e a ragion veduta vista la condizione nella quale ci siamo ritrovati a versare, peccato solo che di sciacalli e avvoltoi, iene e selvaggi, piovre e profittatori, persino in tempo di pandemia, se ne vedano sempre di più.

Durante questo periodo di quarantena forzata apparentemente infinito, difatti, pur di scongiurare quel nauseante senso di noia e quella deprimente sensazione di sconforto che ci attanagliano, sfogliando le pagine di centinaia di giornali e riviste, tra titoli fuorvianti e prime pagine ingannevoli, mi sono imbattuto in una moltitudine di articoli incentrati su fatti grandi e piccoli, pseudo truffe sventante e presunte frodi annunciate, sterili polemiche al vetriolo e insensate querelle da farmi venir voglia soltanto di trovarmi altrove. Della serie, nel corso di un’epidemia tutto si spegne, tranne l’idiozia di chi pensa poco e (s)parla troppo! Diceva bene il poeta e saggista Ezra Pound mentre asseriva che la “polemica è causata dall’ignoranza dei suoi disputanti”, e di questo e molto altro pare intendersene parecchio anche il Codacons.
L’associazione per la difesa dell’ambiente e i diritti degli utenti e dei consumatori pare ultimamente aver assistito più se stessa che i suoi eventuali detrattori. Celata da un velo di perbenismo e da un’ipocrisia disarmante, ha avuto il barbaro coraggio di scagliarsi contro la raccolta fondi ideata da Fedez e Chiara Ferragni, che in una sola settimana sono riusciti a racimolare ben 4, 3 milioni di euro per la costruzione di un nuovo reparto dedicato alla cura dei malati di Covid-19 in favore dell’ospedale San Raffaele di Milano. Al centro della diatriba GoFundMe, piattaforma utilizzata a livello internazionale. Vorrei chiedere al presidente Carlo Rienzi come si possa millantare una mancata trasparenza di suddette transazioni e inneggiare alla speculazione sull’emergenza con commissioni nascoste o equivoche per gli ignari donatori!?!  Ma “da quale pulpito vien la predica”!
Sulla homepage del Codacons è stato presentato un banner, in seguito convenientemente modificato, che invitava chiunque fosse interessato a contribuire economicamente ad una campagna per la lotta al Coronavirus, quando, in realtà, i contributi erano vilmente destinati al Codacons stesso. Non ricordo se in tempo di guerra è concesso piangere un morto per fregare un vivo, ma per quanto ne so io si trattava di un ente nato SENZA FINI DI LUCRO! Insomma, un esposto dei consumatori contro quell’organizzazione che dovrebbe operare nei loro interessi sembrerebbe surreale, ma nel nostro Paese potrebbe rivelarsi presto realtà, e a dirvela tutta, me lo auguro.

Passando dalla padella alla brace, come se la situazione non fosse di per sé già abbastanza imbarazzante, nello smentire le accuse che lo riguardavano cercando di chiarire qualsiasi probabile equivoco, il tutt’altro che illustre leader Rienzi avrebbe fatto prima a farsi un piccolo esame di coscienza, anziché infangare i Ferragnez e prendersi gioco di loro a suon di parole, con l’alterigia e la saccenteria che lo contraddistinguono.  Ad ogni modo, mercanteggiare sulla vita delle persone in un momento di così grande fragilità psicologica ed economica, peraltro in maniera oltremodo non trasparente, più che da denuncia, è da galera!

Ça va sans dire.

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RETTIFICA CHIESTA DAL CODACONS

Simone Di Matteo

Simone Di Matteo, curatore della DiamonD EditricE, autore, scrittore e illustratore grafico è tra i più giovani editori italiani. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie.Nel 2016 partecipa con Tina Cipollari alla V edizione del reality show Pechino Express in onda su Rai2 formando la coppia degli Spostati. Dopo Furore (tornato in onda in prima serata su RAI2 nel marzo 2017) 
è tra gli ospiti del nuovo esperimento sociale in onda su Rai4 Social House. Attualmente è impegnato in una missione segretissima a favore della pace nel mondo. Web: www.simonedimatteo.com

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