Soleil Sorge, Alberto De Pisis e Marco Ferrero, in arte Iconize: il ridicolo è l’unico vestito che qualcuno potrebbe permettersi di indossare!
“La farsa è sempre una tragedia e recitarla è un gesto profondamente tragico”, ce lo ha rammentato lo scrittore e giornalista italiano Ivo Prandin e, tralasciando i teatranti di professione, nel corso degli anni essa ha avuto molti protagonisti, innumerevoli facce e altrettante sfumature: religiosi dediti più ai vizi che alle virtù, politici promettenti alle prese con le loro promesse inconsistenti, letterati a dir poco illetterati, influenZer e personaggi televisivi, artisti e presunti tali. Insomma, al peggio non c’è fine e, come se non fossero già abbastanza quell’infinità di gossip inventati, paparazzate orchestrate a tavolino, spettacoli organizzati a favor di telecamera, messinscene ben pianificate e identità completamente rinnovate, ecco che Marco Ferrero, in arte Iconize, ci regala l’ennesima (probabile) fake news, che senza ombra di dubbio avrebbe dovuto risparmiarsi in virtù di chi ha vissuto per davvero quanto da lui strategicamente “denunciato”.
E così, in seguito alle favole dal sapore dolce amaro che ci ha regalato il chiacchierato AresGate in quel di Zagarhollywood, ora ci tocca assistere agli incubi partoriti dai morti di fama del nostro tempo. Stando a ciò che hanno rivelato Soleil Sorge e Alberto De Pisis nel salotto pomeridiano di Barbara d’Urso, infatti, pare che Iconize non sia mai stato vittima di un’aggressione omofoba, bensì della sua stessa stupidità. Perché inscenare una tale aggressione con il solo scopo di tenere i riflettori puntati su di sé è da vigliacchi e, qualora fosse vero, la questione sarebbe ancor più grave dell’attacco (apparentemente) subito. In primis, la violenza è una cosa seria, che come ben sappiamo può assumere molteplici sembianze, nonostante quella fisica sia la più facile da riconoscere, ed esistono diverse forme di abuso che ledono la dignità e l’integrità di un individuo, perciò tentare di monetizzarci sopra fa veramente schifo. In secundis, ci sono persone che sono state realmente denigrate, derise, picchiate e uccise dal peso di quell’idiozia che genera il “diverso”, uomini e donne senza voce o volto, le cui disgrazie restano celate nel silenzio e che magari non godono della stessa esposizione mediatica di chi l’avrebbe utilizzata unicamente per dar vita all’ipocrisia, ad una bugia infame che, se confermata, costituisce un’offesa non soltanto per chi combatte quotidianamente contro la discriminazione, ma anche, e soprattutto, un reato contro quelle vittime di cui sentiamo continuamente parlare. A questo punto, chissà se finanche l’episodio di transfobia ai danni dell’amica di Ferrero Federica Bazzacco sia accaduto veramente oppure no! Viviamo in una società malsana, dove somigliamo ogni giorno di più al carnefice che ci ostiniamo a condannare. Certe cose non andrebbero ammesse nè tollerate, perché solamente la fame di chi non riesce a mangiare può, in qualche modo, giustificare o spiegare un furto, ma quando si rubano pensieri, parole o emozioni, non vi deve essere nessuna clemenza. Per mera sete di una alquanto squallida notorietà, pensare che ci sia gente disposta ad impastare, mescolare e manipolare messaggi profondi indirizzati ad un bisogno collettivo e sociale, mi fa venire il vomito.
Ma in fondo, si sa, la verità trionfa da sola, poiché la menzogna ha sempre bisogno di complici e, quando sono proprio questi ultimi a mancare, si sprofonda in un mare di guai dove, lungo le rive del patetico, il ridicolo è l’unico vestito che possiamo permetterci di indossare. Per citare l’autore francese François Rabelais, “tirate il sipario” ragazzi, “la farsa è finita”!