Dalla misoginia di Vittorio Feltri all’ignoranza di Pietro Lorenzetti, passando per le atrocità del caso Genovese: la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci!
Nanni Moretti, regista, attore, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano, tra le altre cose ha prodotto una gran quantità di espressioni entrate a far parte del linguaggio e della cultura italiana, e in più di un’occasione ci ha rammentato ciò che alla maggior parte di noi essere umani sfugge: il peso delle parole e la loro importanza.
Al giorno d’oggi siamo costantemente bombardati da comportamenti aggressivi che, invece di condannarli, in certi casi, c’è perfino chi è pronto a difenderli, ad idolatrarli e, nella peggiore delle ipotesi, ad emularli. A tal proposito, questa settimana avrei voluto concentrarmi sulla prepotenza orgogliosamente sfoggiata da Selvaggia Roma all’interno del Grande Fratello Vip condotto da Alfonso Signorini, i “vaffanblanck” della Contessa del popolo Patrizia De Blanck, inspiegabilmente eliminata da un televoto che a mio parere dovrebbe essere esteso soltanto a chi è in grado di intendere e di volere, in confronto sono roba per principianti, tuttavia non lo farò, sono stufo di continuare a dar lustro a gente degna giusto delle discariche abusive. Preferisco, perciò, di gran lunga, in questa Giornata Internazionale Contro La Violenza Sulle Donne, soffermarmi sulla vicenda che sta sconvolgendo da Nord a Sud l’intero stivale, quella della giovane Michela, sequestrata, drogata, ammanettata, seviziata e violentata per un giorno intero dall’ex imprenditore digitale Alberto Maria Genovese, che si è ritrovata non solo inconsapevolmente vittima della mostruosità e dell’insaziabilità maschile, ma anche bersaglio della leggerezza di chi, con estrema faciloneria e altrettanta strafottenza, si permette di giudicare ciò che non ha evidentemente vissuto sulla propria pelle. Per farvela breve, quell’infinità di ben pensanti del nostro sconclusionato secolo e tutti quei leoni da tastiera farebbero senza ombra di dubbio prima e meglio a farsi un esame di coscienza piuttosto che dispensare gratuitamente i loro abominevoli commenti! E come se non fosse già abbastanza, ecco che Vittorio Feltri, alla vigilia di una ricorrenza chiaramente schierata contro gli abusi e i soprusi subiti dal genere femminile, in un elogio allo squallore ha recato offesa a tutte le vittime, dipingendo Michela come una povera sprovveduta che in fin dei conti se l’è pure andata a cercare! Tralasciando le sue intollerabili affermazioni, in fondo, si sa, le parole sono spesso e volentieri specchio di chi le pronuncia, è inaccettabile che un soggetto del genere, emblema di volgarità, misoginia e cattivo gusto, abbia il diritto di potersi esprimere, per di più su una testata nazionale. Fosse per me, andrebbe radiato dall’Ordine dei giornalisti immediatamente e il suo giornale chiuso all’istante, o chissà, magari usato al massimo per pulircisi il culo! Ogni forma di violenza NON PUÒ E NON DEVE essere più accettata, tanto meno lasciata passare in sordina, o peggio ancora, GIUSTIFICATA! Oltre che un gesto privo di qualsiasi forma di umanità e sensibilità, lo stupro è un REATO e NON È direttamente proporzionale alla disinibizione personale, alla voglia di divertirsi di una ragazza di 18 anni o alla semplice e libera possibilità di voler indossare una minigonna!
Bei tempi, quando c’erano, quelli in cui i pessimi modelli venivano “depennati” anziché “lasciati liberi” di circolare da un studio televisivo ad un altro!
Ne è stato una chiara dimostrazione perfino il professor Pietro Lorenzetti, che a Live – Non è la d’Urso ha duramente attaccato e discriminato Jessica Alves in merito al suo percorso di transizione, arrivando ingiustamente a definirla “mostro”. Caro Lorenzetti, “i chirurghi estetici – per citare la mia stimatissima Anna Maria Barbera, che a differenza sua qualcosa da insegnare lo ha sicuramente – dovrebbero essere un po’ più etici” e, nonostante anche io in linea di massima generale sia contrario a quegli interventi che hanno reso molti irriconoscibili agli occhi delle proprie madri per via di un’incessante rincorsa di una perfezione inesistente e irraggiungibile, di fronte a chi è purtroppo obbligato a ricorrere a determinati metodi unicamente per poter esprimere se stesso, è necessario mostrare più rispetto e tatto, soprattutto nell’utilizzo di termini che potrebbero ferire quel vissuto che a noi non è dato conoscere. Jessica, un tempo Rodrigo, è finalmente una donna a tutti gli effetti e questo nessuno potrà rinfacciarglielo, i mostri sono ben altri!
Insomma, stando allo scenario che si presenta ai miei occhi, non posso far altro che dar ragione al celebre Isaac Asimov, il quale affermò che “la violenza”, sia essa fisica, psicologica o verbale, “è l’ultimo rifugio degli incapaci”!