L'IRRIVERENTERUBRICHETELEVISIONE

Striscia La Notizia e i tapiri della discordia ad Ambra Angiolini e Francesco Facchinetti: tra satira e violenza mediatica il passo è breve!

Intento a meriggiare pallido e assorto nelle ultime splendenti giornate che l’autunno ci sta regalando, mi sono soffermato a riflettere su una particolare ovvietà: la più grande debolezza di un carnefice è quella di non poter fare a meno delle sue vittime. E fin qui, nulla di strano, se non fosse per il fatto di esser giunto alla conclusione che il più temibile dei carnefici è “la verità”. Sarà per questo che molti, coscienti della minaccia che può rappresentare, scelgono il cammino della menzogna? E questo, purtroppo, accade in ogni contesto.

Questa settimana a Striscia La Notizia, ad esempio, sono andati in onda due servizi che hanno lasciato alquanto a desiderare e che dimostrano come la nostra sia una realtà profondamente senza scrupoli. Il programma di Antonio Ricci, quel tg di Canale 5 dall’ormai dubbia impostazione sarcastica, ha regalato ai suoi telespettatori una delle pagine di televisione più brutte che si siano mai viste. E non contento, ha ben pensato di fare addirittura il bis! Per mano di Valerio Staffelli, infatti, sono stati consegnati due tapiri: il primo ad Ambra Angiolini, reduce dalla rottura con Massimiliano Allegri e da un presunto tradimento da parte di lui; il secondo, invece, a Francesco Facchinetti, sopravvissuto a un incontro con l’artista marziale misto Conor McGregor dopo che quest’ultimo, a detta del cantante, gli ha sferrato un pugno in preda ad uno dei suoi raptus di onnipotenza. Per carità, non si tratterà mica delle prime persone alle quali è stato dato un tapiro mentre si trovavano in situazioni che non erano certo delle migliori. E difatti non è tanto la statuina placcata d’oro in sé quanto l’ingiusta esposizione regalata a chi, in quelle circostante, forse non lo avrebbe affatto meritato. Una volta la satira (o il fare satira) consisteva in un’attenta e ingegnosa critica ai vari aspetti della società, per metterne in luce le contraddizioni e promuovere un cambiamento, ai personaggi detentori del potere politico, sociale o culturale. Oggi, invece, complice forse il progressivo deterioramento dei canoni letterari e del sapere comune, sembra sia stata ridotta a spicciola comicità e impudente derisione. Eppure, io non ci trovo niente di divertente, o intelligente, nel canzonare una povera donna intenta a rimettere insieme i cocci del proprio cuore. Anzi, i servizi andati in onda in diretta nazionale, di fronte a milioni di telespettatori, li ho trovati a dir poco imbarazzanti. A questo punto, mi verrebbe da chiedere alla trasmissione se per caso, nei loro piani, c’è anche quello di riservare un tapiro alle vittime dell’Olocausto! Perché, credetemi, qui non vi è la men che minima traccia di ironia, è violenza mediatica gratuita punto e basta. E mi meraviglio pure di Vanessa Incontrada che, anziché continuare a sfornare goffe battute una dietro l’altra, avrebbe dovuto perlomeno dire qualcosa. Dov’è finito tutto quell’orgoglio femminile di cui faceva mostra, lo scorso anno, mentre sventolava la sua copertina di nudo su Vanity Fair, priva di qualsivoglia tipo di ritocco o intervento da parte di Photoshop contrariamente a ciò che la prassi ormai richiede?

C’è chi non chiederà mai scusa, diceva qualcuno, e chi non cambierà mai. Chissà, magari perché ha talmente deformato i ricordi e la realtà, da convincersi di essere la vittima!

Simone Di Matteo

Simone Di Matteo, curatore della DiamonD EditricE, autore, scrittore e illustratore grafico è tra i più giovani editori italiani. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie.Nel 2016 partecipa con Tina Cipollari alla V edizione del reality show Pechino Express in onda su Rai2 formando la coppia degli Spostati. Dopo Furore (tornato in onda in prima serata su RAI2 nel marzo 2017) 
è tra gli ospiti del nuovo esperimento sociale in onda su Rai4 Social House. Attualmente è impegnato in una missione segretissima a favore della pace nel mondo. Web: www.simonedimatteo.com