“La strantuliata” di Fabrizio Escheri | RECENSIONE
L’onestà intellettuale è un punto fermo dal quale non si indietreggia con facilità. E’ anche una forza che permette di superare gli ostacoli, complicati e lesivi. Essere fin troppo onesti, a volte, può diventare una vera fregatura. C’è sempre chi raggira l’onestà spacciandola, finanche, per debolezza. I caratteri apparentemente docili finiscono nel mirino di beffe, di soprusi. Sono quelli, poi, che si prendono i fatti propri, che non disturbano nessuno e che se ne stanno in disparte. Agli occhi dei malpensanti, uomini del genere sembrano dei poveri fessi e sarebbero anche pericolosi perché l’onestà intellettuale, di cui sono imbevuti, può compromettere molte cose, soprattutto fattacci compiuti con mente criminale. Le persone oneste non si voltano dall’altra parte. Hanno il senso della responsabilità nel seguire la giustizia e la verità. Per il loro essere integerrimi possono anche mettersi nei guai, finire nella rete degli infami detrattori della realtà. Se sei onesto e non hai le spalle larghe per sopportare e superare le angherie che ti verranno riservate, senza nemmeno tanti preamboli, sarai vittima della stessa ardimentosa onestà.
In La strantuliata di Fabrizio Escheri entri in una storia omertosa, fatta di mistero e di segreti. Sicilia, anni Trenta del Novecento. L’autista della corriera che va da Licu a Sperlinga, uomo preciso ed a modo, lungo la strada trova il cadavere di don Tano, “una cosa fitusa”, sovrastante del barone di Chibbò. Da quel momento l’autista si trova al centro di un’intricata vicenda che gli fa perdere il sonno e la tranquillità di cui godeva prima. La storia, che suo malgrado vive, è un intreccio di nobili potenti, di uomini di Stato e di donne autoritarie, che creano affronti, ricatti e vendette. Il senso della giustizia porterà l’autista a non essere omertoso, ma pagherà a caro prezzo la sua onestà intellettuale.
Il romanzo giallo è coinvolgente. La storia, ben scritta, fa riflettere. Il lettore si lascia trasportare dagli opposti che omertà e onestà producono nella narrazione.