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Joe Balluzzo, “Voglio portare la mia musica all’estero”

«I ricordi più belli risalgono all’infanzia e mi legano alla musica» racconta il giovane cantautore Joe Balluzzo, fresco di pubblicazione del nuovo singolo ‘Oggi è un altro giorno’.

«Ho cantato per la prima volta davanti al pubblico a soli tre anni, in un karaoke di Viterbo. Ho un vago ricordo del mio sguardo che seguiva sul video le parole di ‘La solitudine’ di Laura Pausini, e del fatto che meritai il primo premio!

Due anni dopo i miei genitori mi regalarono una tastiera giocattolo sulla quale scrissi subito le note con il bianchetto, mentre a otto suonavo l’organetto all’ora della Messa. Un’emozione fortissima per me, davanti ai miei compagni di classe».

A quanti anni hai cominciato a cantare, con l’intenzione di far diventare un mestiere la tua grande passione?

«A sedici, suonando nelle prime band locali. Frequentavo il liceo linguistico e avevo due sogni nel cassetto: avere a che fare con le lingue e con la musica. Presi la laurea in interpretariato e traduzione (lavora a Roma come interprete e parla inglese, spagnolo, francese e un po’ di portoghese; ndr) e cominciai a viaggiare moltissimo».

Il tuo obiettivo?

«Portare la mia musica anche all’estero».

Quale genere musicale ti rappresenta meglio, oggi?

«Ho attraversato la fase pop italiana, quella rock, black soul e cantautorale. Oggi mi lascio contaminare da tutto ciò che mi affascina, come al solito senza seguire alcuna mode».

Perché hai intitolato il nuovo singolo ‘Oggi è un altro giorno’?

«Questa traccia, che entrerà a far parte del mio nuovo album di inediti, si respira proprio aria di cambiamento, rispetto a ‘Tra i miei colori’ (etichetta Ultratempo/Self), il mio primo album. In questo progetto ho voluto unire i suoi acustici a quelli più elettronici, un elettro pop, un ponte tra passato e futuro. ‘Oggi è un Altro Giorno’ è un invito a guardarsi allo specchio, a riconoscere i propri traguardi e affrontare le proprie paure, credendo fermamente nella possibilità di vincerle, perché il lieto fine è sempre un’opzione».

Cosa ascolti in questo periodo?

«Tanta musica italiana, la scena indi, Brunori Sas e Levante. Amo tantissimo Nicolò Fabi e il compianto Alex Baroni, mentre dalla classica vecchia scuola cantautorale attingo chicche meno note. E poi James Brown, Steve Wonder e Luther Vandross ».

Hai in programma un mini tour per incontrare il pubblico: cosa proporrai durante i tuoi live?

«Canterò parte del mio primo disco e proporrò oltre i miei ultimi due singoli, una veloce anteprima del futuro cd, oltre ad alcune cover dei miei preferiti di sempre, Steve Wonder e Prince».

Sonja Annibaldi

Sonja Annibaldi - Giornalista e speaker dal 1993, si occupa da sempre di musica e spettacolo e collabora con importanti testate nazionali. Ama il rock, il sushi, la storia dell’arte e i cani. Vive con Blanco, il suo inseparabile Cavalier King.