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“Una Cenerentola a Manhattan”, il nuovo romanzo della Kingsley: quando la favola incontra la realtà

“Una Cenerentola a Manhattan”, nuovo libro di Felicia Kingsley inizia così: “Tanto tempo fa in un Paese lontano lontano… No, questa è un’altra volta, è un’altra storia. non è stata tanto tempo fa, e la città era New York. Vorrà scusarci Perrault per averlo scomodato, ma per parlare di Riley, dobbiamo iniziare proprio da qui”.

La madre, stimata direttrice della prestigiosa rivista Stylosophy, è morta quand’era bambina e il padre, non sapendo quel che faceva, si è risposato con Mathilda, una donna senza scrupoli che aveva già due gemelle.

Quando, ahimè, muore anche lui, Riley precipita in un tunnel di sconforto: la matrigna non la considera affatto una figlia, seppur continui a dichiarare il contrario, e la sua vita cola a picco. Le gemelle, le sciocche Annie e Jenny, non la vogliono tra i piedi e lei è costretta a condurre un’esistenza solitaria.

Ecco perché cresce così cinica, la bella ma inarrivabile Riley, ed ecco perché sembra quasi irraggiungibile. Quando arriva la lettera della Columbia, poi – alla quale è stata, inaspettatamente e con grande fatica, ammessa –, le cose precipitano sempre più: Mathilda la obbliga a cedere la sua parte di rivista.

Solo così, le dice, potrà pagarsi gli studi. È una decisione che le fa male, molto male, ma Riley accetta: l’unico modo per riscattarsi è poter vantare degli studi eccellenti. Lei poi è fatta di ferro e di acciaio.

“Riley fece scattare la serratura ed entrò, valigia alla mano, nel maestoso salotto oro e porpora, con l’inquietante ritratto a olio stile monarchia di Mathilda appeso sul camino, proprio come lo ricordava. L’università era finita, gli anni più belli della sua vita fino a quel momento erano volati. Alla cerimonia di laurea c’era qualcosa che invidiava ai suoi compagni, oltre il numero di parenti e amici giunti anche dalla Costa Ovest per festeggiarli: il fatto  che loro avessero una casa in cui tornare. Un luogo di affetti, calore umano, amore. Riley aveva quattro mura in cui tornare, nulla più”.

Finiti gli studi, decide, per non chiudere l’unico legame con la madre, di lavorare per la rivista. Per Mathilda, per la precisione, che è la nuova direttrice. Gratis? Be’, all’inizio sì, poi… Quasi.

Vi sembra che questa storia vi ricordi qualcosa?

Matrigna cattiva, sorellastre sciocche e non troppo avvenenti, lavoro extra, una buona dose di coraggio ma anche di voglia di volare… Cenerentola, una Cenerentola a Manhattan, per la precisione, visto che siamo nella splendida New York.

Questa moderna Cenerentola è tanto bella quanto sfortunata. Lavora, lavora e lavora e la vita sembra non darle soddisfazioni in cambio. Nel frattempo, sogna. Scrive Riley, sebbene lo faccia sotto pseudonimo, e quando scrive tutto torna come a posto. C’è molta carne sul fuoco, lei lo sa, e un romanzo a cui sta lavorando da anni potrà cambiare le carte in tavola. Non sarà facile. Non sarà scontato. Ma sarà magico, proprio come nella favola.

E le scarpe? Ci sarà un paio di scarpe che risulterà determinante per lo svolgimento della storia?

Be’, non vi resta che leggere questo libro.

Felicia Kingsley dimostra una bravura eccezionale, in questo romanzo: riesce a prendere una storia che conosciamo tutti – e chi non ha pianto per quella bella biondina, dolce come il miele, che non sarebbe potuta andare al ballo dei suoi sogni perché oberata di lavoro? – e la trasforma in qualcosa di originale, bello e appassionante.

A differenza di Cenerentola, Riley non è così remissiva e zuccherosa, lei è una che sa come si sta al mondo e che, sebbene talvolta ingoi qualche rospo, si mette in prima linea per cambiare le cose. Sa bene che i miracoli non avvengono e decide di essere l’artefice del proprio destino.

Mettendosi in gioco, sì, tentando e ritentando. Certo, certe volte ha bisogno della spinta delle persone giuste, questo è ovvio. Anche lei ha bisogno di consigli, di pacche sulla spalla e di persone che le aprano gli occhi, però alla fine fa tutto da sola. Non ha paura, Riley, è una tipa tosta, coraggiosa… è una che sa tirar fuori le unghie. Che sa come prendersi ciò che le spetta. Che sa quanto occorre aspettare per poter essere felice.

Fa degli sbagli? Sì, molti. Rimedia? Direi di sì, anche se con qualche sbucciatura alle ginocchia di troppo. Ha le persone giuste accanto? Anche qui sento di dover rispondere affermativamente: senza forse non riuscirebbe a brillare come merita.

Divertente con una punta di malinconico, questo romanzo è anche romantico, tocca tutte le sensazioni della sfera emozionale umana

C’è l’amore, quello che fa battere il cuore e sudare le mani e che dà un senso all’esistenza.

C’è la passione, quando la carne è carne e chiede ed esige qualcosa, qualcosa di stupendo.

C’è il sogno, perché di sogno si tratta quando una favola trova casa nei nostri giorni.

C’è il coraggio di farcela, sempre e comunque, stringendo le nocche e provando a sorridere comunque alla vita.

E ci sono anche odio e risentimento – ché anche di quelli è fatta l’esistenza –, e tristezza, anche, quella che sbuca quando si sente l’ingiustizia.

Felicia Kingsley ci permette di fare un viaggio in quello che è il nostro passato senza che sia scontato. E ci permette di sognare.

Federica Cabras

Ventiseienne, grande sognatrice. Legge per 12 ore al giorno e scrive per le restanti 12. Appassionata di cani, di crimine, di arte e di libri. Dipendente dalle paste alla crema. Professione, giornalista.

Un pensiero su ““Una Cenerentola a Manhattan”, il nuovo romanzo della Kingsley: quando la favola incontra la realtà

  • Grazie di cuore per questa tua commovente sintesi della “mia” versione della favola. Sono contenta nel vedere che hai colto tutti gli elementi. Un abbraccio.

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