Dalle epiche imprese dei concorrenti del GfVip alle colossali critiche rivolte a Maria Monsè: chi è senza peccato scagli la prima pietra!
Nella vita ho imparato, naturalmente a mie spese, che camminare sull’acqua è un atto divino, ma anche che il riuscire a non affondare in quello squallore di cui siamo fautori possiede un non so che di mistico.
Questa settimana avrei voluto disquisire insieme a voi sulle imprese epiche, si fa per dire, dei concorrenti della quinta edizione del Grande Fratello Vip. Avrei voluto commentare, infatti, l’isterismo e il “mental lockdown” di Matilde Brandi; l’inutilità (all’interno della casa di Cinecittà) di Andrea Zelletta, Enock Barwuah, Myriam Catania, Massimiliano Morra e Francesco Oppini che, al momento, sembrano buoni giusto a fungere da tappezzeria; il patetico vittimismo di Rosalinda Cannavò, ah no, scusate, di Adua Del Vesco; l’infantilismo imperante di Tommaso Zorzi, continuamente alle prese con tutto ciò che è al di là della sua portata; il discutibile scivolone della Contessa Patrizia De Blanck che, sebbene io la apprezzi, avrebbe meritato una squalifica, in fondo quello che vale per uno vale per tutti, e questo dovremmo ricordalo ad Alfonso Signorini; il penoso amore a favor di telecamere dei Nuovi Promessi Sposi Elisabetta Gregoraci e Pierpaolo Petrelli; l’arrogante scontatezza di Stefania Orlando; la simpatica instabilità di Maria Teresa Ruta e la tanto sbandierata santità giammai avuta della figlia Guenda Goria; e infine, l’ipocrisia scadente e l’irritante banalità di Dayane Mello. Insomma, avrei voluto commemorare tutto ciò che apparentemente vale la pena, ma non lo farò! Sono in lutto per l’ingiusta eliminazione dalla casa più spiata d’Italia di Franceska Pepe, forse l’unica che, oltre ad avere la K, non ha bisogno di indossare un’infinità di maschere per ingraziarsi il pubblico e che a mio avviso avrebbe meritato almeno la finale, se non addirittura la vittoria!
Pertanto, preferisco di gran lunga concentrarmi su una notizia che ha inaspettatamente destabilizzato l’opinione pubblica, quasi più delle dimissioni ospedaliere del presidente Donald Trump, ed è rimbalzata sui social network ad una velocità tale da battere persino la rapidità di diffusione delle fake news sul Coronavirus. Per farvela breve, sto parlando della decisione presa da Maria Monsè di permettere alla figlia quattordicenne Perla Maria di sottoporsi ad un trattamento estetico con il chirurgo Andrea Bitonti per correggere la “gobba” al naso che, a quanto pare, ha scatenato l’ira dei celebri leoni da tastiera del nostro tempo e di quei ben pensanti che con molta leggerezza amano giudicare le scelte altrui e che, non avendo niente di meglio da fare, vanno alla ricerca di appigli a cui afferrarsi nel disperato tentativo di imputare ad altri i loro fallimenti. Che dire, in un mondo dove la chirurgia e la medicina estetica sono all’ordine del giorno, mi aspetterei un po’ più di coerenza e di etica. Non so cosa ne pensiate voi, tuttavia, essere genitori è uno dei mestieri più difficili che esistano. Non so se accompagnare un minore in clinica per aiutarlo a sentirsi meglio con se stesso sia la soluzione più adeguata, sta di fatto, però, che di adolescenti con problematiche fisiche, grandi o piccole che si possano ritenere, dalle quali scaturiscono delle conseguenze a livello psicologico, se ne vedono costantemente. Non siamo nessuno per poter decretare l’evidenza o meno di un problema o stabilire se la portata di un difetto sia direttamente proporzionale al complesso che genera in chi lo vive!!! Il punto non è tanto nell’essere dei padri o delle madri inadeguate, quanto il continuare imperterriti a contribuire alla diffusione sempre più allarmante di modelli sbagliati. Aspiranti Barbie e Ken Umani pieni di “plastica e silicone”, presunti divi e divine stravolti dalla testa ai piedi che si arrogano il diritto di poter insegnare qualcosa a qualcuno, quando, in realtà, farebbero bene a tacere definitivamente! Il rinofiller, per di più, non ha nulla a che vedere con un intervento di chirurgia plastica permanente, e questo, coloro che parlano per dar fiato alle gengive, sarebbe bello lo rammentassero. Personalmente, non trovo alcuna differenza tra quelli che hanno usufruito in età adolescenziale di cure per l’acne, la riduzione dei peli, la correzione delle orecchie a sventola e la “gobba” sul naso della figlia della Monsè, e infine, per chiuderla qui, una punturina sul naso è di sicuro meglio di un piercing o un tatuaggio!