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Will Smith schiaffeggia Chris Rock agli Oscar: quando la violenza verbale fa più male di quella fisica!

Mazze e panelle fann’ ‘e figlie belle, panelle senza mazze fann’ ‘e figlie pazze”, recita così uno dei più celebri e antichi proverbi napoletani che custodisce tutta la saggezza figlia di un’epoca d’oro e di quelle generazioni pregne di valori oramai dimenticati. Un tempo l’esperienza stava alla base di ogni cosa e questa era, ma sarebbe bene tornasse ad essere, la sintesi perfetta del saper vivere! I detti non sbagliano mai, e questo perché ci parlano attraverso la semplicità e giocosità di formule sempre pronte a risolvere una situazione d’incertezza o come descrivere, in modo “allegorico”, il mondo circostante. Nemmeno io saprei fare di meglio!!!

Alcuni giorni fa, mentre osservavo trasognante in diretta mondiale sull’ABC, comodamente seduto in prima fila sul mio divano di casa, uno degli eventi più attesi della rimpianta Hollywood, la notte degli Oscar, tutto ad un tratto Chris Rock, uno dei presentatori della serata, ha ricevuto “inaspettatamente” uno schiaffo Will Smith. “Che scandalo!” immagino avranno gridato tutti gli ipocriti figli di questo sconclusionato tempo che si sono resi conto, poco dopo, che quel gesto impulsivo non era il frutto di uno sketch preparato tra il comico e il divo neo-vincitore dell’ambita statuetta dorata come Miglior attore protagonista per la pellicola King Richard – Una famiglia vincente. Io non so cosa ne pensiate voi, e secondo il mio modesto parere di sicuro ciascuna forma di violenza, sia essa fisica, psicologica o verbale, deve essere assolutamente condannata e punita, tuttavia, poiché questa si manifesta per l’appunto sotto diverse accezioni e significati, mi domando, nonostante io continui a sostenere che quello di Smith sia senza ombra di dubbio un gesto ingiustificato, come può un comico non curarsi della crudeltà delle sue parole inappropriate, pronte a ferire, a deridere e a ledere la dignità di una donna malata?! Chiunque abbiamo la fortuna o la sfortuna di incontrare lungo il nostro cammino ha una storia da raccontare e vive magari dei drammi che nessuno può comprendere fino in fondo, o perlomeno può farlo soltanto in parte. Poi, naturalmente, va da sé che ogni causa sprigiona un effetto, perciò smettiamola di nasconderci dietro il perbenismo imperante della modernità e di sentenziare a gran voce: “era solo una battuta”. Una battuta deve far ridere, non di certo fare del male! Se la serva non ti serve, a che serve che tu ti serva di una serva che non serve? E questo credo lo si possa affermare persino per la comicità!!!

Simone Di Matteo

Simone Di Matteo, curatore della DiamonD EditricE, autore, scrittore e illustratore grafico è tra i più giovani editori italiani. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie.Nel 2016 partecipa con Tina Cipollari alla V edizione del reality show Pechino Express in onda su Rai2 formando la coppia degli Spostati. Dopo Furore (tornato in onda in prima serata su RAI2 nel marzo 2017) 
è tra gli ospiti del nuovo esperimento sociale in onda su Rai4 Social House. Attualmente è impegnato in una missione segretissima a favore della pace nel mondo. Web: www.simonedimatteo.com