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“La nemica” di Brunella Schisa | RECENSIONE

La reputazione è un cantiere aperto di fatti che macchiano o specchiano il nome e l’onorabilità degli uomini. Si può facilmente scivolare nella penombra quando si sparge il pulviscolo del dubbio. Insinuare anche il minimo sospetto su questioni nebulose facilita il passapartout delle dicerie. Più si parla e più si condiscono i racconti con la giunta di fandonie. La fantasia ha uno spazio nel cuore delle menzogne. Quando sono troppe e troppo enormi possono schiacciare nomi e destini. La reputazione vacilla o si infiamma. Cadere è un attimo. Raccogliere poi le briciole del proprio onore può risultare più difficile del previsto. Il lavoro di recupero della dignità richiede tempo, approvazione e una rete di alleanze che mettono in piedi la verità o quelle bugie che passano per verità. La realtà dei fatti può essere scomoda ed i sovversivi la annacquano con l’inganno. C’è chi farebbe carte false per ripristinare la propria reputazione. In questo modo anche la dignità sarà imperlata di grazia. L’impresa richiederà forza e selvaggia determinazione. Può scucirsi con un nonnulla oppure saldarsi su resistenti basi, nessuno può dirlo. La truffa all’attacco personale è dietro l’angolo. Menti diaboliche, inferocite dal potere, possono minare la rispettabilità di insospettabili nomi. La campagna per riportare l’ordine e l’amore della propria figura consente di aprire un varco nella linea sottile tra innocenza e colpevolezza. 

La Nemica di Brunella Schisa entri in una vicenda intricata fatta di complotti, di grandi menzogne e mezze verità. Parigi, 1786. Il furto di un favoloso collier di diamanti spianerà la strada alla Rivoluzione dell’89 e alla fine dell’Ancien Régime. Jeane de la Motte,  un’avventuriera con il sangue dei re di Valois nelle vene, è sul patibolo dove viene marchiata a fuoco per disonore. La donna, scaltra e senza scrupoli, si macchia di gravi reati: furto, falso e lesa maestà. La contessa de la Motte, fingendo di agire per conto della regina Maria Antonietta, convince il grande elemosiniere di Francia a comprare e consegnare una favolosa collana di diamanti con oltre seicento pietre tra le più belle d’Europa. L’affaire della collana sarà la sua condanna e la fine della sua reputazione. 

Il romanzo è meraviglioso. La grande truffa del XVII secolo, ad opera di uno dei personaggi femminili più affascinanti della storia, è narrata con una bellezza travolgente. La prosa è preziosa. Il romanzo storico è un vero gioiello.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.