“Oggi è la mia festa” di Claudia Terranova | RECENSIONE
Le storie sono fatte di nomi e di luoghi. Ognuna di esse, poi, finisce dentro ad altri fatti sino a creare ricordi. La memoria genera storie condite dal proprio vissuto e consegnate in eredità a chi saprà farne tesoro. È difficile staccarsi dalle storie soprattutto quando sono talmente importanti da farci crescere. C’è un momento in cui arriva la nostalgia. La senti salire nell’anima quando ti manca qualcosa. In quegli istanti lì torni alle storie che hai vissuto ed a quelle che ti hanno raccontato. Il patrimonio di parole, di consigli, di affetto, ricevuti è una grande ricchezza che solo con gli anni ne comprendi appieno la portata e il valore. Lì, in quella bolla emotiva, riporti a galla i nomi e i luoghi che hanno scritto, per te, le storie più belle. Solitamente i ricordi dell’infanzia attivano tutti e cinque i sensi, te li porti per sempre in giro e al momento giusto si sciolgono in fitti racconti. Solo tu sai scegliere le parole adeguate per non tradire la memoria di chi ti ha voluto bene perché l’affetto si conquista anche osservando gesti, abitudini ed estro, senza chiedere nulla. È in famiglia che trovi le personalità più ricche di storie e di amore, è necessario saper scegliere e guardare bene. La felicità si nasconde anche nella fragilità, le donne ne sanno qualcosa. Si mostrano in un modo e sono altro. Forza, carattere, determinazione, debolezza e coraggio le rendono ostili ed amate.
In Oggi è la mia festa di Claudia Terranova entri nella vita di Adele che ti trascina dietro a quella della sua famiglia. Storie intrecciate ad esistenze comuni ad altre, ma che portano il nome di donne che hanno saputo lasciare, con la loro personalità, una grande risorsa: il ricordo della felicità in un luogo, la Casa del Glicine in Sicilia.
Il romanzo è una chicca. La narrazione è intimistica, profonda, affascinante. La scrittura è un mondo intero fatto di scoperte, di affetto, di rinascita e di insegnamento alle giovani vite, ma anche le grandi potranno fare tesoro di quelle belle esistenze e costruire la propria.
