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“La casa del carrubo” di Barbara Bellomo | RECENSIONE

Pensare di avere il controllo della propria vita è una sciocchezza. Puoi costruirla, aggiustarla, organizzarla, per il meglio. Lo fai per assicurarti delle certezze che possano durare. Poi, qualcosa di imprevedibile può strappare la trama di una storia che hai messo in piedi giorno dopo giorno. E ogni cosa ti sembra fuori posto, in bilico, a rischio. Cominci, così, dapprincipio. Ora ti affidi alla speranza, proteggi la vita diventandole alleata. Sai che potrebbe scapparti di mano da un momento all’altro. Avverti l’odore della paura, dell’incertezza. Comprendi, dinanzi a tragedie collettive, che devi stringere i denti per continuare ad andare avanti e fare fronte comune. Aiutarsi diventa un’esigenza. I fili della quotidianità si spezzano, nulla è per sempre. Il coraggio, però, insieme alla solidarietà possono cambiare molte cose. La vita stessa può rubare e schiacciare molteplici esistenze sulla base di scelte di potere espansionistico e di delirante follia. Ti è chiaro, in quell’istante, che devi trovare un rifugio sicuro nell’immediata accettazione del pericolo. Vorresti appartenere all’alta sfera del destino per regolare anche l’imprevedibile. Ti fai forza, forse, nel modo più diretto e convincente: soccorrendo chi ha bisogno, oltre te stesso. Diventi cauto, attento, scaltro. Non lasci indietro gli occhi spenti e rassegnati.

In La casa del carrubo di Barbara Bellomo conosci una Sicilia dilaniata dalla guerra degli anni ‘40. Vittorio Floridia, professore di latino e greco a Catania, dopo il bombardamento che ha distrutto la sua casa, accetta l’invito dell’amico Luigi Villalba e trasferisce da lui la sua famiglia. Villalba è un farmacista, molto stimato, scapolo. Nella casa del carrubo vive con la sorella Assunta che, da tre anni, si è chiusa nella sua stanza vestita a lutto e senza mai parlare, con la nipote Nunzia e con la domestica Lina. Don Luigi dovrà vegliare su due famiglie, la sua e quella dei Floridia, che si conosceranno fino a svelare punti deboli e forza. Il farmacista ha un segreto che ritorna dopo anni di silenzio. Non ha mai dimenticato il passato. La Storia dei grandi, intanto, avanza. 

Il romanzo è meraviglioso. La narrazione racchiude vite che si intrecciano ad altre e che scoperchiano segreti tenuti ben custoditi a lungo. La storia è appassionante. E’ carica di fascino e di suspense, di grandi verità emotive e di un forte carisma dovuto anche all’ottima stesura dei personaggi. La prosa è formidabile.  

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.

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