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Tiromancino, l’importanza del confronto generazionale e la naturale ricerca della bellezza musicale | INTERVISTA

Guardare, girare, condividere: i valori (svaniti) dell’umanità diventano la luce artistica di Federico Zampaglione per il ritorno sulla scena da oggi, venerdì 8 ottobre, con l’album “Ho cambiato tante case” ((Virgin Records/Universal Music Italia). Definito da lui stesso “il più vario”, l’ultimo lavoro del famoso cantautore romano proietta 12 nuovi brani nell’alveo mainstream, barcamenandosi proprio di quella gioventù rampante indipendente che tanto ispira e reciprocamente lo idolatra a padre fondatore del genere. “Mi ci rivedo molto – dichiara il leader dei Tiromancino in una roundtable esclusiva avvenuta prima del lancio – grazie a quell’aria riservata che li caratterizza ma soprattutto li ammiro per quell’immediatezza, avvantaggiata pure dai supporti tecnologici di oggi, nel capire subito le cose belle e segnarsele, senza buttare via nulla. Quelle cose belle, che sia un suono o una frase, diventano intoccabili e così base di sviluppo di un brano, elemento che allora non succedeva perché si prendeva e si cestinava tutto”. Un processo creativo differente, ma non per questo lontano dalla visione artistica e pura della musica, da “trattare con i guanti” e lontana dall’attualità testuale: “le parole devono sedimentare, non possono essere troppo attuali perché sennò si effettuerebbe un doping che non le renderebbe uniche”. E l’esempio arriva inevitabilmente da quei successi, citati in conferenza ma facilmente riconoscibili in qualsiasi playlist degli anni ’00 che fanno ancora battere il cuore, da “Per me è importante” a “Due destini”, fino a “La descrizione di un attimo” che han svolto secondo lui “percorsi di vita” e son diventati “fotografie di tempi diversi, apprezzabili in base al mood che si vive”.

E il suo contenitore, l’album stesso, cos’è? Paragonabile a una cassaforte emozionale, che fa vivere momentacci proprio all’apertura verso gli altri. Infatti Zampaglione, chitarra alla mano su Zoom per animare lo stato d’animo a ogni risposta, non disdegna di ricordare la classica fase malinconica della “notte prima dell’uscita”, all’insegna delle cuffiette e del disco lasciato in play per tutto il tempo, per condividerne ogni singola sfaccettatura prima che diventasse colonna sonora per migliaia di persone. Le stesse che, pure in periodo di pandemia, non ha comunque mai trascurato. Infatti il cantautore romano è stato il primo a operare un live online, ma anche a realizzare il film “Morrison” uscito proprio lo scorso inverno per celare tutte le ansie della quarantena, sempre nei limiti della fattibilità. Non a caso da quel periodo lo stesso album “Ho cambiato tante case” ha subito un’impennata sull’aspetto della condivisione, dal momento che son nate lì le collaborazioni con Gazzelle, Franco 126, Galeffi e Leo Pari, quasi come un antidoto allo sconforto. Autori, “con la A maiuscola” che non vogliono il successo momentaneo ma cercano di crearsi una carriera come lui stesso ha fatto finora. Proprio col loro ausilio infatti Tiromancino ha unito passato e moderno (“Ho cambiato tante case” con Galeffi), ritrovato nostalgicamente gli 80’s (“Avvicinandoti a te” con Leo Pari), annusato l’avanzamento della vita e confrontato le nuove generazioni (rispettivamente “Tu e io” ed “Er musicista” con Franco 126) fino a toccare le corde “stropicciate” da notti insonne con Gazzelle in “Cerotti”. Per l’intensità e il peso dei generi musicali amati – dal rock al blues – , invece, Zampaglione ha richiamato il graffio sulla tastiera di Alan Clark dei “Dire Straits”, icona giovanile dell’artista, col quale ha curato l’inno ambientalista “Questa terra bellissima” e la ‘cantantessa’ Carmen Consoli per descrivere “L’odore del mare”.

Insomma un lavoro stravolto dalla pandemia ma non per questo ricercato e raffinato dei Tiromancino che ricorda ancora una volta la forza innegabile dell’unione artistica per superare qualsiasi ostacolo della vita!


Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).