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Il ritorno a casa di Tiziano Ferro, fra ricordi e nuovi colori | REPORTAGE

Esprimere l’amore non è una cosa semplice, neppure se lo intoni in una tua famosa canzone: Tiziano Ferro, però, riesce nell’operazione con una serata romantica nella sua Roma, assieme a una bolgia di fan che lo attendevano da ben 6 anni. Un’azione “non dovuta”, come ha ricordato ripetutamente dal palco dello Stadio Olimpico sabato sera, ma che certifica ancora una volta come il sentimento più puro provenga spontaneamente, senza forzature. Al pari di un atto di fede, lo stesso che l’artista di Latina fa fuoriuscire fra le strofe dei suoi brani e con i suoi sguardi lanciati al cielo quando parla di “miracoli” e della sua “Raffaella”. A renderlo, poi, suggestivo le luci e i colori di una coreografia digitale da far invidia alle star americane, che forse faticherebbero a viverle così in simbiosi, per ben 3 ore di live. Ma cosa è successo in questa tappa? Scopriamolo insieme!

“TZN TOUR 2023”: UNO STOP DAL VALORE UNICO

“Sarei stato contento pure se aveste restituito quei biglietti, perché da quel punto avrei ricostruito tutto, come ho sempre cercato di fare, ma per chi è voluto restare non potrò mai smettere di ringraziarlo”: Tiziano fa vivere il suo repertorio musicale attraverso un dialogo vis a vis con quel pubblico affamato e irriducibile. Lo aspettavano da 6 anni per via dei rinvii dettati dalla pandemia, facendo scrollare l’orologio biologico a una tappa comunque prestigiosa: l’avvento dei 20 anni di carriera. “Ricordo ancora quando eravamo tutti radunati verso la Curva, chi c’era di quei 20.000?”, scherza l’artista di Latina che si commuove quasi al dolce ricordo di quel ragazzo, proiettato maestosamente dal led di sfondo, che si faceva baciare dalla sua amata Roma per dare vita a un sogno, coronato in una notte magica. “Grazie Roma mia di non avermi mai abbandonato!”, sussulta TZN mentre sgancia melodie storiche con rivisitazioni contemporanee – una fra tutte quel “Rosso Relativo” trappizzato sul finale – e quelle nuove di un ragazzo ormai diventato adulto e papà. Suggestivo infatti lo scroll delle immagini private con le figlie sulla dolcecover di “Almeno tu nell’universo“, confluite in un armonico “La Prima festa del papà”. “La dedico a tutti quelli che hanno potuto realizzare il sogno di essere genitori e a tutti i ragazzi che hanno potuto contare su questo amore incondizionato”, commenta dal palco papà Tiziano, trepidante di far conoscere ai suoi bimbi gli zii che lo omaggiano dal prato e dalle tribune dello stadio. Insomma è un ventennale dal sapore nostalgico e al tempo stesso pioneristico per il cantante di Latina, artefice di un percorso unico e inimitabile, ricco di encomi – uno fra tutti la felpa indossata della città di Latina – e di nuove sonorità – come la tropical “Destinazione Mare”

“TZN TOUR 2023”: I PASSI DELLA STORIA SU UNA CARRIERA BAGNATA DALLA GRATITUDINE


Bianco e nero, voce rotta da brevi echi musicali di un repertorio inestimabile e una festa d’addio: Tiziano Ferro non dimentica le icone che lo hanno accompagnato fino a ieri sera, rendendole indiscutibilmente vive sul palco. Una fra tutte la sua “Raffaella“, che riconobbe da subito in lui un talento cristallino che avrebbe fatto strada. L’ha celebrata con un testo, dove ha ricordato “i balli, risate, notti in giro per Madrid, pomeriggi a raccontare storie, serate a parlare di sogni e progetti“, ma anche le conseguenze di quell’addio inaspettato, fra l’iniziale “tristezza e rabbia” e la successiva “grande lezione” imparata: “che l’addio non conta quando la storia che hai scritto è rimasta nel sangue di chi ti ama”. Lacrime e sorrisi, riversi in una danza sfrenata sulle note della danzereccia “E Raffaella è mia”, realizzata proprio a doppio filo con la regina capace di “non vendere il dolore” con “grande classe”. Di pari passo la romanità inculcata dal babbo e dai primi passi artistici svolti vicino al Tevere, che lo ha fatto stornellare allegramente sulle storiche “Roma nun fa la stupida stasera”, intenerire sul ritornello de “I migliori anni della nostra vita” e infine battere il cuore con la cover del Principe De Gregori “Rimmel”. “A te devo tutto, Roma mia!”, urla Tiziano con la voce sincera di chi ha saputo scrivere pagine d’amore e di solitudine come pochi son riusciti a fare, legandole pure con altri grandi artisti. L’esempio visibile è stato Federico Zampaglione, tributato davanti alle migliaia di persone con parole e suoni, fino al duetto dell’indimenticabile “Per me è importante”. Atti di fede, appunto, per chi ha finalmente può “ridere di ogni problema mentre chi odia trema”

“TZN TOUR 2023” TRA IMPEGNO CIVILE E LECITA GIOIA


Durante il concerto, Tiziano ha saputo tramutare spensieratezza a serietà, con un bilanciamento tipico di chi governa gli stadi ormai da decenni. Ne abbiamo avuto prova, quando il suo abito luccicante ha irradiato luci arcobaleno su tutti gli ettari di terreno concomitanti, attraverso una lettera di un ragazzo che ognuno avrebbe potuto personalizzare “con qualsiasi discriminazione con la quale dobbiamo combattere ogni giorno”. Il tema, chiaramente, verteva sulla vigliaccheria con la quale un qualsiasi intollerante si rapporta per denigrare il soggetto preso di mira: “sarei anche in grado di rispettare un omofobo se avesse almeno quel minimo di dignità di fermarsi, guardarmi negli occhi e attendere le conseguenze del suo insulto”. Parole forti, mischiate al gesto quasi “tottiano” per indicare la fuga di quegli individui dopo “l’offesa volgare e gratuita, magari pubblica” che gli garantisce, di fatto, una qualsivoglia conseguenza anche fisica.

“Prendetevi la vostra vita, diventate ciò che volete – chiosa Tiziano ferro aureo nella sua camicia bianca – e non ciò che gli altri vi impongono”, chiudendo così un cerchio iniziato con i saluti agli amici del Milano Pride, all’opera proprio in quel giorno e con gli stand presenti proprio sul prato dell’Olimpico. Ma lo sguardo di Tiziano non è stato soltanto quello volto alla lotta contro l’omofobia, ma anche a quello della solidarietà, con i ringraziamenti donati agli “amici” che erano all’evento concomitante di Campovolo “Italia Loves Romagna”, che aiuterà in un secondo momento. Insomma lezioni civiche, in mezzo alle chiacchiere ‘da stadio’ con la lettura degli striscioni più originali e a quei coriandoli sparati su quel “Potremmo ritornare” e quei fuochi su “Lo stadio” per ritrovare la pura essenza della musica: educare e divertire le persone.

E Tiziano, ancora una volta, ha segnato quel calcio di rigore che tanto lo rallentava nella canzone “Alla mia età” e ha donato a migliaia di persone quel brivido vitale che ci rende unici e fortunati di esistere.

Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).

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