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Di Morgan, delle dipendenze e del Premio Tenco. C’è un nesso e ce lo spiega il Prof. Bertirotti

Le dipendenze in questo mondo sono molte, perché la nostra specie è sottomessa al piacere. Cerchiamo il piacere in modo costante e continuo. E la nostra mente lo insegue a tal punto che sa distinguerlo molto bene dallo spiacevole. Non è però in grado di distinguere, a livello naturale, il nocivo dall’innocuo. Se fosse così, sarebbe semplice per i fumatori smettere di fumare, oppure per l’etilista smettere di bere. Sapere che qualche nostro comportamento piacevole arreca danno (a volte anche irreparabile…), dovrebbe essere sufficiente per farcelo abbandonare. Invece, non è affatto così. Per nessuno di noi. Ecco perché la natura vi ha dotato di volontà, scopi e motivazione.

Questo discorso perché?

Perché voglio parlare di Morgan, che nella sue ultime dichiarazioni sembra riferirsi a questa celebre frase: “Prendere senza illusioni e lasciare senza difficoltà“. Bella, anzi bellissima, espressione di un grande imperatore romano, Marco Aurelio Antonino Augusto. Eppure, nonostante tale bellezza, e forse proprio per questo, attuare questo comportamento è davvero difficile, per alcune persone persino impossibile. Perché oggi, essere in televisione, per coloro che ci sono, è come assumere una droga in grado di creare una vera e propria dipendenza. Infatti, senza droga, se non si è ben strutturati mentalmente, non si può vivere. In televisione vi sono alcuni programmi, i più seguiti e di massa, che agevolano e stimolano questa dipendenza.

Ebbene, non sembra sia accaduto a Morgan (accusato di fare uso di droghe, appunto), dapprima giudice ad Amici16, ora co-conduttore al Premio Tenco, dal momento che ci dice quanta illusione circondi questi programmi alla ricerca di nuovi talenti artistici. Io non so se Morgan si droghi o meno, e penso che la cosa deve interessare, eventualmente, solo lui. Oggi non fanno notizie queste cose, perché sono molte le persone che si drogano, anche se sembrano essere perfettamente “normali”. Ecco perché, fare riferimento alla sua dipendenza, che ci sia o meno, non interessa a nessuno. Lo trovo di cattivo gusto, inutile e davvero pretestuoso.

Il fatto fondamentale è che forse lui stesso si era illuso di avere a che fare con qualcosa di relativamente piacevole e sano, come un talent, mentre ora dichiara che ha dovuto lasciarlo proprio dopo aver scoperto di essere stato preda di una illusione.

Non dobbiamo stupirci, perché capita a tutti noi di ritornare sui nostri passi, e se abbiamo il coraggio di ammettere un nostro sbaglio, certamente stiamo crescendo in saggezza.

L’unica illusione che auguro a tutti di non perdere è la forza della speranza perché anche se si tratta di una illusione è necessaria per mantenerci attivi e credere negli altri (specialmente quando rimaniamo delusi), nel mondo e nelle cose. E se la nostra speranza dovesse essere tradita dalle persone che incontriamo, lasciamo serenamente le persone incontrate al loro destino, come ci invita l’Imperatore romano, e manteniamo invece viva la speranza di trovarne altre migliori. È capitato anche a me, e non sono morto per questo, anzi, forse sono diventato ancora più speranzoso.

Esistono i migliori, e mi sembra che Morgan, passando al Premio Tenco, ce lo stia dimostrando.

Nel ho parlato anche sul mio canale Youtube, al quale vi invito a iscrivervi.


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Alessandro Bertirotti

Docente universitario e Visiting Professor di Anthropology of Mind presso la Universidad Externado de Bogotà, Colombia

Un pensiero su “Di Morgan, delle dipendenze e del Premio Tenco. C’è un nesso e ce lo spiega il Prof. Bertirotti

  • Franco Lommi

    Articolo perfetto.
    Grazie per la pubblicazione.

I commenti sono chiusi.