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Martina D’Agostino | Vivere e sorridere, la mia sindrome di Wolfram | RECENSIONE

È facile perdersi, entrare in un vicolo cieco. Davanti al nulla ti fermi e prendi fiato. Sbraiti anche per non essere stato sfiorato dall’intuito perché, in fondo, la certezza prende altre strade lasciandoti a terra con l’illusione della sua perenne presenza. In quell’istante, fermo, vedi le cose come stanno. Le annusi. Non sei più padrone delle tue sicurezze, allora cammini con i pensieri prima di riprendere la via. Tutto questo è faticoso, certo, soprattutto quando devi imparare a conoscerti. Arriva il momento in cui le cose cambiano, prendono altre direzioni. Quelle che non ti aspettavi e in questo bailamme non ti riconosci più. E’ come se diventassi quasi cieco perché non riesci a capire quello che ti succede, nel fisico. Non lo capisci più. Procedi così a tentoni, ascoltando i cambiamenti senza darti alcuna risposta. Pensi di avere gli occhi bendati e che quella stoffa che preme sullo sguardo sia il tuo punto fermo. Eppure, da lì riparti. Quando sei un altro da ciò che eri parti da zero. Allora, cominci tutto dapprincipio. Impari ad ascoltare il tuo fisico ed a non vedere più nessun vicolo cieco. Tutto è nuovo anche le cose più banali, quelle che erano ovvie. Ciò che era ordinario diventa straordinario e la normalità di un nuovo percorso sta nella tramontana che scompiglia la forza rimettendo in piedi lo sguardo verso la vita. 

Nel libro Vivere e sorridere – la mia sindrome di Wolfram – di Martina D’Agostino, racconto scritto sulla base della storia vera di Matteo Perroneti fermi. Ti prendi del tempo e altro te ne occorre per andare al passo con la narrazione. Quando la storia è forte, potente, sincera, come quella di Matteo ti blocchi emotivamente. Chi conosce il dolore, l’attesa e il limbo di risposte che stazionano per lungo tempo nell’anticamera dell’incertezza, si ferma e respira condivisione. Chi sa comprende e chi ignora immagina.Matteo, il protagonista, ha imparato a conoscere i suoi limiti e a conviverci tutti i santi giorni da quando era un bambino. Con la sindrome di Wolfram, Matteo vive con un sogno stretto nel pugno: guardare la vita attraverso il vento perché ognuno ha il suo viaggio nei pensieri e negli occhi. Tutto ciò che si è annienttato con la sindrome ripiomba nel protagonista. Torna dentro se stesso per  non perdersi. Riprende possesso della propria pelle, delle proprie paure. Del presente e del futuro.

Il libro poggia su un breve racconto, travolgente però la narrazione. Ogni parola è una fitta al cuore. Sei parte di esse, sei i tormenti ed il coraggio di Matteo. Pulita la penna di Martina D’Agostino che va dritta alle emozioni che escono fuori in una scrittura semplice, vera perché è  la storia di Matteo a parlare nella sua genuinità.

Titolo: Vivere e sorridere, la mia sindrome di Wolfran

Autore: Martina D’Agostino

Editore: Editrice salentina

Pagine: 76  

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.