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Coma_Cose, le icone della rivoluzione nel cuore di Villa Ada | REPORTAGE

L’avevamo cerchiata col rosso, noncuranti del coincidente esodo di romani verso le spiagge o lo Stadio Olimpico per i Muse. Eppure la tappa dei Coma_Cose a Villa Ada ci ha fatto respirare, oltre che vento di gioventù, un’aria di novità, o per dirla nel loro modo di “rivoluzione” – anche se in realtà quest’azione, come ci suggerirebbe il brano ‘A Lametta’, “non si comincia di sabato, soprattutto in due“!


I centinaia di ragazzi sopraggiunti per l’evento rientrante nell’ormai classica rassegna estiva “Villa Ada incontra il mondo”, infatti, ne hanno scatenata una molto ampia, catalizzando nell’oretta di live emozioni e attenzioni al complesso milanese, al pari di qualsiasi altra star di fama mondiale.

Li abbiamo seguiti con gli sguardi, mentre si abbracciavano in prima fila unendosi in cori da stadio, pure al rintocco delle canzoni più ‘nascoste’ dell’album “Hype Aura”, uscito appena pochi mesi fa. Felici e spensierati, paradossalmente agli antipodi di quella paura che echeggia a giochi di parole in parecchie strofe crepuscolari dei Coma_Cose, senza mai frenarsi un secondo.

D’altra parte Fausto Lama e California hanno interpretando tutto di un fiato il loro percorso musicale, dal primo singolo in scaletta “Jugoslavia” fino alla scatenata “Mariachidi“, senza disperdere alcuna traccia del nuovo album. Accompagnato dalla batteria di Riccardo Fanara e dalla chitarra e tastiera di Simone Sproccati, il duo milanese ha decodificato dal vivo con voce e immagini dei due led sullo sfondo ogni singola parola registrata in studio, innalzando inequivocabilmente il focus citazionista sulle icone del passato, dai Beach Boys a Lucio Battisti. E tra quei titoli s’incuneava anche quel “Post-Concerto“, cantato a squarciagola per ben 2 volte assieme alle altre due hit in circolazione radiofonica “Granata” e “Mancarsi”, che racchiude idealmente la nostra sensazione finale di “bicchieri abbandonati” – dall’adrenalina dispersa in quell’ora – ma che in realtà sanno di “essere cristalli” che riverberano la luce di due nuove stelle nel panorama musicale italiano.

 

Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).