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Viviana Albanese | “Professione pendolare”, la tempesta delle mancanze | RECENSIONE

Il cuore batte, pompa emozioni. Non sempre quello che riceve riesce a trasmetterlo, né allo stesso modo né in modo diverso. Esiste anche un cuore secco, che non è abituato alle attenzioni. Sa amare come gli viene, alla buona. Non è abituato alla geografia dei sentimenti, perché li scosta, li accantona.
Sarà successo sicuramente qualcosa, anche di inconscio, che lo spinge a battiti calcolati o disordinati. Non se ne viene a capo quando non ti è stata insegna la fiducia. Stare sul chi va là ed essere attanagliati dai dubbi è una costante per un cuore secco. È come una vacanza non organizzata, ricca di imprevisti, di sorprese, anche di delusioni. Ed il cuore deve reggere tutto. Gli sguardi possono restare sull’orlo degli occhi degli altri che navigano per cercare qualcosa, ma il cuore batte, ti parla, ti dice chiaramente come stanno le cose. La fiducia, invece, è un’altra cosa. Se non l’hai sentita sulla pelle sin da bambino, arranchi da grande. Senti che è una sconosciuta, come quella gente che incontri in treno. Non sai chi è, da dove viene, dove va, se ha famiglia. Non sai niente. Su quel niente, però, costruisci storie. Le tue, per dare un ordine alle mancanze. 

Nel romanzo Professione pendolare di Viviana Albanese assorbi tutte le sfumature di un cuore secco. Di uno che segue una strada tutta sua, di corsa ed in salita. Sempre trafelato, in ritardo soprattutto sulle questioni della vita. Quelle che cicatrizzi, per non farti ancora del male e per non perdere altro tempo. Ma restano lì, le cicatrici. A ricordarti che se vuoi, puoi cambiare prospettiva, obiettivi, scelte. Allora sì, comincerai a scorgere qualcosa in più dalle sagome in treno, dei dettagli anche emotivi che prima ti sembravano foglie spinte dal vento. Se di tempesta o di scirocco, lo sa solo il cuore. 

Leggero lo stile della scrittrice. Forte, però, la storia narrata. Un diario di vita, di sentimenti, di dolore soffocato, inciso sulla pelle. Un cuore secco e pazzo insieme per il turbinio di una quotidianità che va a mille, emozioni comprese. Viviana Albanese riesce a snocciolare la fragilità umana senza essere banale, aggrappandosi anche all’autoironia della protagonista. Non è facile. La prosa arriva al lettore non come un pugno allo stomaco per i temi trattati, ma come aria fresca di prima estate. Te la godi, la scrittura e rifletti guardando le stelle.

Titolo: Professione pendolare

Autore: Viviana Albanese

Editore: Puntoacapo

Pagine: 140

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.

Un pensiero su “Viviana Albanese | “Professione pendolare”, la tempesta delle mancanze | RECENSIONE

  • Viviana Albanese è una romanziera seria, da scoprire, che ha il pregio raro di avere creato il proprio mondo narrativo: un ambiente, dei personaggi, delle storie; il tutto con grande coerenza – come provano gli intrecci fra trame dei suoi libri, in cui riappaiono vari personaggi. Sono storie in cui ci riconosciamo, fatte di affetti e problemi personali, ma in cui riconosciamo anche (non troppo in trasparenza) il nostro mondo di pendolarismo, problemi economici, rapporti umani complessi e sfuggenti.
    Di più: Viviana Albanese non indulge mai nel facile psicologismo, ma costruisce meccanismi narrativi perfetti, in cui la psicologia, la mentalità, persino i tic dei protagonisti sono (ri)creati con precisione e senso della verità.

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