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Mauro Coruzzi tra Costanzo, Franca Valeri e Platinette: “io e Platinette siamo forse due gemelli omozigoti”, “Costanzo? un maestro!” | INTERVISTA

“Il pettegolezzo si sa’ e’ credibile e non è necessario che sia vero. L’ importante che sia veritiero.”

Queste le parole di Mauro Coruzzi in arte Platinette, nel presentarci “L’ inno della pettegola”, un brano e un omaggio alla regina del pettegolezzo leggero: Franca Valeri.
Scritto da Dario Gay e da Giovanni Nuti,
questo singolo vede in Mauro e Dario, un’inedita coppia che promette di divertirsi e di far divertire nonostante il periodo che stiamo vivendo non sia poi cosi semplice , come spiega lo stesso Mauro: “Non ero tanto convinto di voler far uscire il brano , ma non per la canzone in se ma per il periodo che stiamo vivendo. Un po’ di buon umore o il tentativo di non perderlo è altrettanto utile alla salute.”
Cosi raggiunto telefonicamente abbiamo parlato di Mauro, di Platinette, Franca Valeri e anche di Maurizio Costanzo che Mauro considera un maestro. Insomma un erscussus (e mi sento onorata di ciò) nella vita di Mauro Coruzzi che si è raccontato in una bellissima intervista.
Detto ciò vi auguro una buona lettura.

Mauro e Dario si uniscono dando vita a un brano che in maniera giocosa ed ironica racconta di una realtà che appartiene a noi tutti.

Inno della pettegola, è un brano frutto di una serie di conversazioni fatte durante il primo periodo del distanziamento sociale. Quindi dopo diverse telefonate e altri dettagli simili, si è arrivati ad una registazione del brano. Inizialmente non ero tanto convinto di voler far uscire il brano in questo periodo cosi particolare per tutti. Invece poi mi son dovuto ricredere, perché si sta rilevando un brano terapeutico. Una canzone che è diventata (inaspettatamente) una sorta di terapia collaterale.

Musica come curatrice dell’anima, verrebe da dire.

Vede se non è l’ anima sicuramente è lo spirito. Un po’ di buon umore o il tentativo di non perderlo è altrettanto utile alla salute, che non è solo quella del corpo, ma e’ appunto quella dello spirito. Se perdiamo anche la capacità di sorridere o ci facciamo travolgere solo dalle ansie, ho idea che potremmo anche vaccinarci (quando arriveranno i vaccini), ma se viene meno questa forma di piacevolezza nell’esistenza, la cura a cosa serve. La cura e’ completa solo se riguarda ogni aspetto.

Quindi teniamoci cara la serenità
Non solo, ma continuiamo con l’ironia, il sarcasmo anche come faceva la Signora Franca Valeri. Quella forma di conversazione che ha apparentemente una utilità relativa, perché parlare del vicino di casa, o della vicina che magari è un po’ rifatta, non può che farci bene, perché non viola nessuna delle regole fondamentali. Il pettegolezzo si sa’ é credibile, non è necessario che sia vero…l’ importante che sia verosimile.

Lei ha appena nominato Franca Valeri. Che ricordo ha della Signora Franca?
La ricordo come una specilista della conversazione. Ho avuto il piacere di conoscerla e di vederla spesso e sopratutto in teatro dove credo abbia dato il meglio di sé, anche se poi in alcuni film è stata strepitosa. Tanti i film con la sua scrittura, perché non va dimenticato che lei era autrice di se stessa. In teatro poi aveva uno strano meccanismo tra una battuta ed una pausa che  aveva solo lei…la pausa! Sopratutto quella. Ci vuole una maestria strepitosa. Uno spirito sorprendente e le sue battute secche poi erano strepitose.

Ad oggi chi potrebbe eguagliare la signora Franca Valeri?

Ma guardi purtroppo nessuno. Nel senso che ci vuole una combinazione di eventi. Quella che si è avvicinata nella sua carriera è stata Luciana Littizzetto, anche perché Franca le diede una sorta di passaggio di consegna e lei fece una sorta di cambio di staffetta. Ma non c’è lo stessa abilità secondo me data da due fattori:
*Franca parlava di un ambiente che conosceva molto bene la borghesia. Non la rifiutava, era una vera borghese milanese benestante.
*Stava bene in quel tipo di società  e la conosceva talmente bene da poterla criticare.
Chi ne è all’interno può dirne il meglio ma anche il peggio.
Luciana fa tutto un’altro lavoro ovvero tenere testa alla battuta comica.

La nostra Testata Giornalistica si chiama M Social Magazine, dove la lettera “M” sta per Musica. Allora mi chiedevo e le chiedo: Mauro e Platinette che rapporti hanno con la musica?

Quando c’è Mauro ci sono di mezzo i cantautori. Nel senso che avendo una base solida di conoscenza e di amore per la canzone d’autore (sopratutto la parte letteraria delle canzoni), mi sono sempre interessato più agli effetti emotivi su di me dei testi dei grandi cambiamenti come Battiato, Fossati, Gaber.
Quando c’è Platinette provo a  sentire tutto quello che di nuovo c’è. Mi industrio per capire. Ci sono dei fuoriclasse che mi piacciono molto come Diodato e Ultimo, due eccellenze in assoluto. Conoscono bene la tradizione della musica italiana.

Mauro e Platinette avranno sicuramente pregi e difetti, ma le chiedo: Cos’è che li accomuna e cosa li rende cosi diversi tra loro?

Mha forse siamo due gemelli omozigoti non so…Abbiamo la stessa faccia, abbiamo vite parallele…mi definirei un binario. Andiamo avanti insieme perché binari e quindi paralleli. Non vorrei che ci fosse uno scambio e che sai va a finire fuori strada e deragliamo(sorride),
Ho imparato a vivere con due aspetti che per me sono altrettanto importanti di un esistenza che non può essere fatta solo di riflessioni o di approfondimenti. Mi piace mescolare le carte in tavola. Ho avuto un grande maestro in questo: Maurizio Costanzo.

Cosa le disse Maurizio Costanzo ?

Fu il primo a dirmi: “Guardi che la vedo un po’ in sofferenza sotto quella parrucca li. Forse c’è dell’altro da tirar fuori” Una domenica poi mi disse: “Lei provi a spogliarsi, se non le dovesse piacere ritorna dov’era.”
Aveva già capito che mi sarebbe piaciuto e che c’era un’altra parte di me che premeva per uscire allo scoperto.

Prima di salutarci e ringraziarla per la sua intervista le vorrei chiedere:”Ma chi è la vera pettegola fra Dario e Platinette”? Ma soprattutto ci sarà un futuro per la coppia artistica Dario e Platinette?
Non c’è dubbio alcuno che sia Dario (sorride), per il futuro chi può saperlo. Intanto cerchiamo di sorridere e far sorridere. Poi vediamo a Natale, io posso sempre vestirmi da renna e Dario da Babbo Natale. Non so se potremmo andare in giro con l’autocertificazione, però ci proveremo.


video saluto di Platinette



Rosa Spampanato

Rosa Spampanato anni 38. Amante della scrittura. Articolista per M Social Magazine Articolista per il Quotidiano LaSicila Collaboratrice per il Magazine Cherrypress Collaboratrice per la Testata Giornalistica VanityClass Sezioni di Riferimento Cinema TV Musica