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“L’eredità di Bella Kugelmann” di Minka Pradelski | RECENSIONE

Le storie sono tra le più belle attrazioni. Se raccontate ad arte diventano un miraggio. Vuoi farne parte, desideri viverci dentro o seguirle come un cane fedele. Tutte, comunque, sono una grande eredità. All’inizio puoi non apprezzarle appieno, dopo però ne comprendi i significati. Te le ricorderai perché il vissuto, le leggende, i racconti, hanno il fascino del tempo che, pur scolorito, resta incantevole. Quando non hai niente oppure fin troppo, una storia ti quieta. Diventa preziosa. Raccontarla o sentirla non è facile, bisogna conoscere l’arte delle parole, delle pause e del silenzio. Quando tutti hanno qualcosa da dire, raramente si tace per ascoltare e fare tesoro delle cose più importanti e rare. Le storie sono un patrimonio di esperienze, di ricordi, di fantasia. Non costano nulla, richiedono solo del tempo e la giusta sensibilità per comprendere ciò che sfugge facilmente. Sono friabili, possono rompersi, perdersi. Travisarle, infangarle, significherebbe non portare rispetto per anni passati e per quelli a venire, per i nomi e per le vite in esse contenuti. Le storie appartengono a tutti, lasciano il segno che nessuno vedrà mai se non con la coscienza bianca, pulita.

In L’eredità di Bella Kugelmann di Minka Pradelskifinisci dentro i racconti di Bella che parla, parla, parla nella stanza d’albergo di Zippy. Quest’ultima, inquieta ragazza ebrea di Francoforte, raggiunge Tel Aviv per prendere possesso della bizzarra eredità lasciatale da sua zia Halina. Bella parla di tutto. Del villaggio polacco in cui è nata, del venditore di dolcetti, dell’isterica insegnante di polacco, dell’insegnante di latino con i suo i stivaletti provocanti e della vita intensa di un piccolo borgo ebraico prima dell’orrore, in cui gli uomini divennero bestie.

Il romanzo appare senza tempo. Riporta alla luce le rovine di una felicità perduta. La narrazione scatena tante cose: fa ridere, piangere, rievoca il mondo scomparso di una comunità ebraica. La prosa è limpida, fluida, evocativa.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.