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Primo Maggio 2023, un “bagno” di folla tra rock e trap | RECENSIONE

I colori cancellano il grigio, le mani ‘alzano’ la pioggia: è un Primo Maggio 2023 di “resistenza” meteorologica quello che abbiamo appena vissuto dal retropalco di Piazza San Giovanni in Laterano. Uno scroscio d’acqua inesorabile che ha battezzato questa 33° edizione del Concertone ma che non ha intaccato la platea di oltre 300.000 presenze (stando ai dati degli organizzatori). Numero più, numero meno, il Primo Maggio è stato visivamente un arcobaleno distribuito per tutta la centrale piazza di Roma, fra impermeabili e ombrelli. “Questo bambino è presente da questa mattina alle 11” – racconta in un momento clou Ambra Angiolini, avvicinando il pargolo al suo “idolo” Matteo Paolillo per poter coronare il sogno di incontrarti”. E’ lui, zuppo nel suo piccolo giubbottino l’emblema della resistenza che è venuta a mancare soltanto per disgrazie inimmaginabili, capaci però di smuovere la collettività.

Ph: Marta Ferro


Parliamo di Lorenzo Parelli, vittima di un incidente durante l’alternanza scuola-lavoro che è stato allo stesso modo presente lì in mezzo al suo amato Concertone, tramite una commuovente lettera, fatta girare dentro la piazza: “abbiatene cura”, dice la commossa Ambra assieme ai genitori del ragazzo che hanno ricevuto un cordoglio speciale da chi, proprio nell’anno della sua nascita, solcava per l’ultima volta prima di oggi il palco del Primo Maggio: Ligabue. E’ lui, il rocker dell’ultima ora a dare la dimensione più mainstream alla manifestazione, seppur dal backstage non si sia innalzato un coro univoco di voci come accaduto negli scorsi anni con la special guest di turno. Eppure il Liga ha portato la sua battaglia costituzionale alla droga più vecchia del mondo: la smania del potere. “Di fronte all’overdose di un certo potere – esclama il cantante di Correggio – serve il potere di far sentire la tua voce e di non permettere a nessuno di togliere il diritto di amare in modo consenziente”. Ed ecco così la coraggiosa “Il sale della terra” di ben 10 anni fa, prima della celeberrima “Urlando contro il cielo”.

Ph: Roberto Panucci



Quel gesto che Emma, poco dopo, ha fatto interiormente, ricordando il papà nella lettura di una poesia di Virginia Wolf, a chiusura di una performance travolgente all’insegna di medley e delle sue nuove sonorità. Stesso mood provato per l’attesissimo Lazza, che si è tuffato sotto l’acquazzone per omaggiare i tanti fan assiepati sotto palco durante la sua ormai iconica “Cenere”, e lo stesso Tananai, capace invece di ricordare a gran voce il lavoro mastodontico dietro le quinte che viene svolto ogni anno. A Mr. Rain invece la prosecuzione della sua “dottrina del benessere psicologico” con quel diritto silente che ormai è diventata la sua battaglia personale: la salute mentale.

Ph: Roberto Panucci



Artisti stavolta non bellicosi, ma portavoce di quei diritti assenti in Costituzione che meriterebbero un loro capitolo. Geolier, ad esempio, lancia un appello contro le disuguaglianze territoriali, Mille contro le disuguaglianze anagrafiche e l’eterno Piero Pelù all’ecologia. Insomma racconti rivoluzionari, ampliati dai messaggi letti da Ambra Angiolini nella maratona musicale che arrivavano sui canali social, capaci come sempre di monopolizzare in tendenza questo Primo Maggio. Con l’hastag “Il diritto che mi manca”, si è segnata così una linea narrativa partecipativa che, aldilà delle leggere polemiche sportive, hanno dato l’imprinting coerente a questa manifestazione sempre più icona dello “spirito del tempo”. Infatti i suoni sono virati sul rock, dalla Etta in cerca di vittoria allo #1MNext2023 – assegnato poi a Still Charles (ndr) – al Liga, sulla trap emergente di Uzi Luke e quella più mainstream di Geolier ed Epoque, fino a quel pop cantautorale che ci rende un’unica piazza canterina, da Francesco Gabbani all’Orchestraccia, e danzereccia, grazie ai suoni mixati nella pausa televisiva da Ema Stokolma e dall’algida Aurora, la prescelta artista internazionale di questo Concertone.


Insomma il Primo Maggio 2023 è riuscito a farsi amare ancora una volta, bypassando l’ostacolo meteo, a discapito soltanto di qualche incontro in più dentro l’area stampa sul retropalco. Ma per il quadro suggestivo introiettato dalle macchine fotografiche e dai nostri coraggiosi impermeabili ancora zuppi è stato un valido compromesso!

Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).

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