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Paola e Chiara, le icone che meritavamo al Pride

Rinascita e speranza: Paola e Chiara sono l’araba fenice che, dall’imbarbarimento culturale e dall’annichilimento musicale di questi ultimi anni, sono risorte sulla strada dei diritti civili e dell’omaggio dance ai loro decenni, 90′ e 00′. Lo sentivamo già nella primavera sanremese, quando intonavano la vintage “Furore”, con la forza pioneristica di chi vuole tornare a essere icona oggi, rimarcando le radici di ieri. Ed è stato così sabato 10 giugno durante il Pride di Roma, pietra miliare e definitiva del grande ritorno sulla cresta dell’onda delle sorelle Iezzi. Desiderate e amate da un’intera comunità, Paola e Chiara non hanno deluso le aspettative, barcamenandosi di ideali universali, attraverso suoni e discorsi. Dalla discussione con Arisa, ai ringraziamenti alla platea oceanica che seguiva il loro carro: un momento emblematico, per diventare un’immagine positiva nella società moderna.



“Siete stupendi. Vogliamo ringraziarvi perchè in questi anni non ci siamo mai sentite sole, abbiamo sentito il vostro sostegno. Dobbiamo complimentarci con voi, siamo strabiliate dalla vostra forza e vostra energia, dalla vostra resilienza. Non abbiamo mai visto tante persone così felici in un momento di difficoltà”. Paola e Chiara, con l’umiltà e la maturità che impone l’età raggiunta, hanno saputo incarnare bene la trascendenza della musica nella società, mettendo alla luce la forza dell’amore che, anche dopo anni, crea condivisione. D’altronde i loro testi incoraggiano alla libertà e all’uguaglianza che si slaccia dai tanti paletti che stanno ostacolando il mondo, come una batteria che, col suo rimbombo, crepa i tanti muri di cristallo, erti da una società individualistica. Capace di inghiottirti, come capitò a loro stesse nello scorso decennio.

Paola e Chiara, il buio prima dell’arcobaleno



Infatti il duo milanese, dopo aver internazionalizzato l’Italia coi suoni elettronici del futuro, hanno assaporato il brivido della separazione, rimanendo in ostaggio dell’oblio artistico dal 2013, anno di scioglimento, al 2020, quando un Fabio Fazio gettò una luce su quel passato così rivoluzionario con l’ospitata nel suo Che Tempo Che Fa. Pandemia permettendo, si riannodò così un filo familiare e artistico che portò, grazie a una solida operazione nostalgica, alla condivisione di musiche del passato e di ricordi felici. Da quel negozio in centro a Milano nel 2022 dove le due improvvisarono un dj set, al ‘reverendo’ Max Pezzali che, dopo averle avute all’esordio come coriste negli 883, le rivolle sul palco di Bibione come guest star: la chiusura di un cerchio che abbiamo oltremodo celebrato lo scorso weekend, dal carro arcobaleno nelle vie di Roma.

Le sorelle Iezzi, insomma, sono tornate e mai, come ora, sono in grado di irradiare energia fluida sull’intera popolazione – a partire dal milione presente al Pride di Roma -, assetata di diritti e di felicità.

Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).