“Dai discordi bellissima armonia” di Annapaola Digiuseppe | RECENSIONE
I segreti pernottano nelle coscienze e sono fedeli ad una promessa. Trovano spazio nei silenzi accondiscendenti. Tacere significa portarsi dentro una storia che conoscerà solo buio e tormento. La paura non smette di fiatare la sua attenzione. L’indicibile può venire a galla quando meno te lo aspetti finendo, così, sulle bocche licenziosame traditrici. Ciò che rimane oscuro si nasconde spesso in famiglia. Non viene raccontato per pudore, per vergogna, per qualcosa di molto grave che potrebbe spezzare gli equilibri. Si tace anche perché non si è abituati alle confidenze che richiedono un linguaggio di abbandono a storie senza ruoli, senza gerarchie e generazioni. Le parole sono fatte anche di sguardi, ci si capisce nel mutismo del quieto vivere. C’è chi le perde e le ritrova in un tempo che non gli appartiene più. Un tornare indietro in un’esistenza che ha capovolto gli anni. Chi resiste ha bisogno di un aiuto. Si può cadere nel precipizio di una sofferenza che porta alle dimenticanze. Ci si perde nelle ore del presente, ma si ricorda quelle di un ieri fatto di intime armonie. È facile, così, finire nelle storie degli altri, nelle vite che hanno fatto parte di un passato che non ha mai avuto fine nella mente di chi ha avuto un pensiero costante per qualcuno di speciale.
In Dai discordi bellissima armonia di Annapaola Digiuseppe sei a Martina Franca, in una casa del 1700 che si affaccia nel cuore del centro storico salentino. Un tempo in quell’antico palazzo c’era una sortoria. Lì Stefano ha trascorso i momenti più belli e spensierati della sua vita. Lo zio Giacomo ha cresciuto Stefano come se fosse stato figlio suo. I loro dialoghi ora sembrano sfilacciati, lo zio soffre di demenza senile e per un certo periodo è ospite di una RSA. Il nipote cambia la sua vita per occuparsi dello zio, una volta a casa. Per Giacomo lui è tutta la sua vita da quando Stefano aveva cinque anni. Con il ragazzo ricostruisce in mosaico fatto di piccoli pezzi di esistenza e di un nome per ricucire l’armonia della bellezza, dell’amore.
Il romanzo è meraviglioso. La storia è toccante, delicata, di un sentimento dolce che lascia i lettori incantati. La prosa è pulita, bella, suggestiva.