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Clara, un “primo” successo rapido e incoraggiante: ora i live! | RECENSIONE

“Il canto sarà per me sempre vita”, preannunciava fiera Clara un anno fa nella nostra intervista e i frutti finalmente si stanno raccogliendo. Oltre alle pellicole e agli shooting, la giovane cantautrice ha davvero concretizzato la sua vocazione, con un turbinio di emozioni ravvicinate che la mettono sulla cresta dell’onda. Prima il featuring con Mr Rain, poi il successo a Sanremo Giovani e infine il suo primo album prodotto dalla Warner Music Italy: 365 giorni di pura adrenalina per Clara, che dopo essersi misurata col palcoscenico del Teatro Ariston si sta dirigendo verso la sua fanzone, fra instore e primi live in tutta Italia.



Motore di tutto, nemmeno a dirlo, il suo “Primo” album in tutti i sensi: una raccolta di testi scritti a varie mani con penne molto valide (come Alessandro La Cava, Shune e lo stesso Matteo Paolillo) racchiuse nell’omonimo disco che sta riscuotendo un incoraggiante risultato. Parole generazionali, oltre a quelle espresse per descrivere la situazione esistenziale di “Mare Fuori”, che arricchiscono l’universo musicale di un’altra quota rosa davvero interessante. Lo dimostrano proprio quei brani inediti, messi proprio al centro fra i tormentoni della serie tv (“Ragazzi Fuori” e “Origami all’alba, strategicamente agli antipodi dell’album) e quelli sanremesi (“Boulevard” e “Diamanti Grezzi”, esattamente con lo stesso schema, ma posti in seconda e penultima riga) che si snodano sulle insicurezze interiori e i rapporti sociali sempre più complicati. Ecco così l’esorcizzazione del dolore con “Cicatrice”, per poi assaporare i momenti belli in chiave oraziana di “C’est la vie” e quelli divertenti di “Soldi, amore”, fino alle sfaccettature sociali. Clara, infatti, riavvolge il nastro sulle amicizie perse (“Sogni di carta”), affrontandone anche i problemi a monte grazie alla psicanalisi artistica con Leo Einaudi e Jacopo Rossetto che le forniscono il testo di “Aquiloni”, fino appunto alla resa dei conti con sé stessi in “Storie di rose appassite”. Un brano, quest’ultimo, puramente simbolico che denota fortemente la fragilità interiore che, a pensarci bene, proviamo tutti noi quando ci fermiamo a ragionare. Insomma un album autobiografico e musicalmente scorrevole, grazie a un flow coerente in tutti i brani custoditi e a una voce pulita che non vediamo l’ora di ascoltare dal vivo.



Ad ora, infatti, saranno solamente 6 città italiane a udirla, sotto produzione di Live Nation, e sembrerebbero già avviate verso possibili sold-out. Eccole di seguito:

Domenica 17 marzo 2024 – Padova @ Hall

Mercoledì 20 marzo 2024 – Firenze @ Viper Theatre

Giovedì 21 marzo 2024 – Roma @ Largo Venue

Venerdì 22 marzo 2024 – Bardi @ Demodè Club

Domenica 24 marzo 2024 – Napoli @ Duel Club

Martedì 26 marzo – Milano @ Magazzini Generali






Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).

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